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    Home » Politica Estera » “Il G20 è stato un nulla di fatto”. Intervista a Fabio De Masi

    “Il G20 è stato un nulla di fatto”. Intervista a Fabio De Masi

    L'Europarlamentare di Gue/Gnl sui risultati del G20 di Amburgo, le manifestazioni e la strategia della polizia

    Alessandro Ricci</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@Alessandricc" target="_blank">@Alessandricc</a> di Alessandro Ricci @Alessandricc
    10 Luglio 2017
    in Politica Estera
    Fabio De Masi parla del G20

    Fabio De Masi (Rue/Gnl)

    Dall’inviato

    Amburgo – Fabio De Masi è europarlamentare del Gruppo Gue/Gnl Sinistra Europea. Originario di Amburgo, è stato eletto nelle liste di Die Linke. Abbiamo parlato con lui dei temi del G20 nella città anseatica e delle manifestazioni avvenute, prima che andasse a ripulire il proprio quartiere.

    Eunews: Parlando del vertice G20 che si è svolto nei giorni passati, qual è la sua opinione in merito agli accordi raggiunti?

    De Masi: Gli accordi sostanzialmente sono stati la conferma di quello che ci si aspettava. Infatti, Erdogan ha ritirato il suo impegno sull’accordo di Parigi con una dichiarazione immediatamente dopo la fine del vertice. In poche parole non è stato raggiunto molto.

    Riguardo ai migranti la parte più importante a mio parere sarebbe quella di eliminare le condizioni che sono alla base delle migrazioni. Un esempio è l’eliminazione del commercio di armi con i paesi che implicitamente finanziano il terrorismo come L’Arabia Saudita. C’è bisogno di un meccanismo per risolvere le crisi internazionali, perché se guardiamo a quello che hanno fatto gli Stati Uniti nel Medioriente ci accorgiamo che hanno creato il caos pur accogliendo soltanto poche migliaia di migranti. Ad esempio in Baviera, ci sono alcune città che hanno accolto più migranti che tutti gli Stati Uniti. Questo sarebbe stato il giusto focus del vertice.

    I leader del G20 si sono concentrati maggiormente sullo stabilire degli accordi come quello tra l’Unione Europea e la Turchia, con l’Egitto e con la Libia per aumentare i controlli in uscita, quindi non mi sembra la direzione giusta per risolvere il problema.

    E: Il premier italiano Gentiloni ha dichiarato che i paesi impegnati “a salvare e accogliere i migranti non vanno lasciati soli”.

    Ha ragione! Se diamo uno sguardo all’accordo di Dublino e vediamo quello che succede nei paesi mediterranei, ci accorgiamo che Italia, Grecia, Malta, sono state letteralmente lasciate sole. All’interno dell’Ue c’è una discussione in corso sul dare più soldi ai paesi che accolgono di più, ma anche questo è un limite, in quanto pur ricevendo più soldi, ipotizziamo per gli Hotspots, non si ha la sicurezza che le persone che entrano nel proprio stato abbiano la possibilità di integrarsi, avere accesso ai servizi pubblici, ossia avere una vita oltre alla miseria dalla quale fuggono. Se si mettono i migranti semplicemente in dei campi, non gli si offre la possibilità di avere una vita normale e si creano solo ulteriori tensioni sociali.

    E: Allora quale potrebbe essere una soluzione?

    Io credo che l’unica soluzione sia quella di parlarne all’interno dell’Ue. Ad esempio, implementare il programma Frontex è irresponsabile, in quanto non si cercano di “curare” i problemi che fanno si che le persone migrino. Personalmente ritengo che dovremmo creare le condizioni affinché le persone non debbano lasciare i propri paesi anche se al momento la visione che va per la maggiore è quella di stringere accordi e, se si vede il caso tedesco, questi accordi per intensificare i controlli alle frontiere hanno un grande costo politico. Uno su tutti è  l’accordo con la Turchia, che ha lasciato ad Erdogan il potere di fare ciò che vuole. L’unica soluzione è stabilizzare la situazione con l’aiuto delle Nazioni Unite.

    E: Pensa che l’incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump a margine del G20 sia stata una cosa utile?

    Credo che non sia uno scandalo questo incontro, forse una cooperazione tra i due stati non è poi così male. Ovviamente non sostengo le politiche di nessuno dei due, ma è giusto che si parlino e trovino un accordo sulla Siria, come è stato fatto.

    E: In questi giorni si è parlato molto dello stato di polizia instaurato in città e dei disordini avvenuti. Ritiene che la polizia abbia agito in maniera corretta?

    Innanzitutto, bisogna fare una distinzione tra i manifestanti. Ad esempio c’è stata la manifestazione di circa 15.000 ragazzi che hanno protestato pacificamente per la città, e poi c’è stata “Welcome To Hell”, che ha visto la partecipazione di alcune persone che si autodefiniscono “radicali”. All’inizio della manifestazione la Polizia ha chiesto ai manifestanti a volto coperto di rendersi identificabili, ma, nonostante la maggior parte di questi lo abbia fatto, una minima parte si è rifiutata. La decisione delle forze dell’ordine è stata quella di irrompere violentemente creando di fatto le condizioni affinché i criminali si sentissero legittimati a reagire con azioni violente.

    Da un altro punto di vista, bisogna dire che mentre alcuni gruppi saccheggiavano negozi e bruciavano auto, la polizia non è intervenuta. Ma quello che vorrei che si capisse è che anche la polizia ha pagato un prezzo alto perché si tenesse il vertice ad Amburgo, il problema è venuto da chi ha la responsabilità della strategia.

    E: Ma i cosiddetti criminali chi erano?

    In alcune parti della città durante la devastazione, i manifestanti non avevano nessuna motivazione politica, c’erano persone giovani, ragazzini sbarbati, avranno avuto 14-15 anni. Individui che passano la vita in palestra e sono alla ricerca di un po’ di avventura e contatto fisico. La polizia avrebbe dovuto reagire in forza contro questi individui, invece li ha lasciati liberi di fare ciò che volevano, perché le unità erano concentrate sui manifestanti pacifici.

    E: Ieri durante la manifestazione pacifica sono stati caricati i manifestanti pacifici che si rilassavano nel parco…

    La strategia della polizia ha completamente fallito, non dico che sia colpa degli agenti, ma della catena di comando.

    E: In effetti, durante il raid nel quartiere di Schanzenviertel nella notte di venerdì, un corpo speciale della polizia ha puntato i mitra contro i manifestanti e i giornalisti. 

    Questa è stata un strategia per criminalizzare la protesta ma non perseguire i criminali. Inoltre bisogna affermare che le persone della città erano contro il fatto che il vertice si tenesse qui, persone, che ora hanno una motivazione in più per protestare. In questo modo è stato spostato il focus sui disordini e non sulla discussione politica, facendo un favore ai leader come Erdogan e Trump.

    E: Se dovesse fare un bilancio del vertice cosa direbbe?

    Il G20 è stato un nulla di fatto, è stato solo uno spreco di soldi, un pericolo per la città, per gli agenti di polizia e per i manifestanti.

    E: Forse Amburgo non era proprio la città giusta per questo tipo di evento. In particolare la zona rossa era di fatto intorno ai quartieri che tradizionalmente si scontrano con le autorità. Crede che Olaf Scholz, il sindaco di Amburgo, debba dimettersi?

    Olaf Scholz, che ha spinto per avere il vertice nella nostra città, deve assumersi le proprie responsabilità per quello che è successo.

    Tags: amburgoclimaDe MasiG20Gue/GnlputinTrump

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