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    Home » Economia » Niente più discriminazioni per acquisti on-line, da Natale fine al ‘geo-blocking’

    Niente più discriminazioni per acquisti on-line, da Natale fine al ‘geo-blocking’

    Il Parlamento europeo approva il testo che pone fine alle barriere agli acquisti di beni tra Stati membri dell'Ue. Tra i divieti quello di trattare gli acquirenti in maniera diversa in base al luogo di emissione della carta di credito o di debito. La Via: "Passo avanti necessario"

    Renato Giannetti di Renato Giannetti
    6 Febbraio 2018
    in Economia

    Bruxelles – Grandi novità in arrivo: per la fine dell’anno sparirà una buona parte delle barriere agli acquisti on-line. Il Parlamento europeo ha approvato le nuove regole che rimuovono il ‘geo-blocking’, ovvero le restrizioni allo shopping di beni e servizi su internet praticate sulla base della provenienza geografica dell’acquirente. Da adesso in poi mobili, frigoriferi, vestiti, biglietti di eventi in programma in un determinato Stato membro dell’Ue, potranno essere comprati da chiunque, allo stesso prezzo e alle stesse condizioni praticati ai clienti locali. Lo stesso vale per i servizi di noleggio auto, articoli sportivi e strumenti musicali. Le nuove regole sono il frutto di un accordo inter-ristituzionale con il Consiglio, e senza sorprese l’Aula le ha approvate a larghissima maggioranza (557 favorevoli, 89 contrari, 33 astenuti).

    Cosa cambia
    Cambia molto nella pratica. Secondo i dati della Commissione europea il 63% dei siti web esaminati non consente agli acquirenti di comprare se provengono da un altro Paese Ue. Per quanto riguarda i beni materiali, il geoblocking è più elevato nel settore degli elettrodomestici con l’86% dei siti che lo praticano, mentre per quanto riguarda i servizi di prenotazioni on-line di eventi nel tempo libero, come ad esempio i biglietti di eventi sportivi, si assestano al 40%. Con le nuove regole, un qualunque cittadino italiano interessato a un concerto a Madrid potrà comprare il biglietto da casa propria, allo stesso prezzo praticato in Spagna, e con la propria carta di credito nazionale, senza commissioni. Nè potrà essere reindirizzato su rivenditori italiani o siti terzi. Analogamente, un tedesco che intende comprare un armadio in Italia può farlo in qualunque momento, pagandolo a prezzo ‘italiano’ e non tedesco. “Questa nuova legge rappresenta un passo importante verso un mercato unico digitale ancora più competitivo e integrato, sia per i consumatori sia per i commercianti”, sottolinea la relatrice del provvedimento, la popolare Roza Thun, che parla di vera e propria “pietra miliare nella lotta contro la discriminazione dei consumatori in base alla nazionalità o al luogo di residenza”.

    Cosa (ancora) non cambia
    Le nuove regole saranno in vigore entro la fine dell’anno. Il Consiglio le deve approvare (lo farà senza discussione), poi saranno pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Nove mesi dopo saranno in vigore, e ciò è previsto per dicembre. Restano esclusi dal nuovo regime tutti i prodotti protetti da copyright (libri, musica, film, serie tv, videogiochi, eventi sportivi), ma tra due anni la ‘clausola di revisione’ imporrà alla Commissione europea di valutare l’eventuale possibilità di estendere il divieto di geo-blocking anche a questa categoria di beni e servizi.
    Inoltre resta la questione della consegna. Non è previsto per il punto vendita l’obbligo di recapitare all’acquirente il prodotto venduto.
    Anche con l’abolizione delle barriere geografiche e il criterio della nazionalità il problema continuerà a porsi. Comprare un frigorifero a Goteborg al prezzo praticato a uno svedese sarà possibile per chiunque nell’Ue, ma il compito del trasporto potrà essere lasciato all’acquirente. Costui dovrà quindi recarsi di persona a ritirare o rivolgersi a ditte specializzate in spedizioni. Non tutto dunque è ancora risolto, ma il cambiamento comunque c’è e il voto di Strasburgo è “un passo in avanti necessario per un mercato davvero unico e integrato”, spiega il deputato europeo Giovanni La Via (Ppe/Ap). Anche la liberale Dita Charanzova, vicepresidente della commissione Mercato interno, mostra un entusiasmo contenuto. “E’ un primo passo, ma va fatto di più”.

    Tags: commercioe-commercegeo-blockingGiovanni La Viainternetparlamento europeoue

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