Bruxelles – La previsione del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) riguardo alla crescita dell’economia italiana è un ennesimo monito nei confronti del Governo gialloverde. Le stime sono al ribasso: le previsioni di crescita del Pil per i prossimi anni, in base al rapporto, si fermano per il Bel Paese a un più 1,2 per cento nel 2018 e dell’1 percento nel 2019 (il governo Conte vede invece un +1,5 per il 2019), l’andamento più modesto fra i Paesi dell’area euro, nonostante la revisione al ribasso delle stime per Germania e Francia.
Sulla manovra economica e le sue previsioni sembra esserci preoccupazione in alcune parti del governo, proprio in funzione delle fibrillazioni dei mercati e dei moniti del Fmi: il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia apre alle modifiche, affermando che il percorso è appena iniziato e, per il momento, “sono stati messi i macronumeri, ossia la cornice. Adesso bisogna dipingere il quadro”, aggiungendo però che, anche se la manovra cambierà da qui a dicembre, “di sicuro gli obiettivi di fondo sono chiari: il punto chiave è lo sviluppo”.
Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, intanto, conferma la linea: “Indietro non si torna, affaristi e speculatori non ci fermano: avanti con e per gli italiani!”, ha twittato stamani da Lione, dove si trova per il vertice dei ministri dell’Interno.
Preoccupati mai! Responsabili sì, ma indietro non si torna!
Non esistono piani B o marce indietro, siamo convinti che le misure che abbiamo previsto creeranno lavoro e ricchezza. https://t.co/e1lLJQSSE4— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) October 9, 2018
Le affermazioni del leghista sembrano cozzare in modo forte con quanto ha affermato il Fondo, nel cui rapporto si legge anche di un “deterioramento della domanda interna ed esterna e l’incertezza legata all’agenda del nuovo governo”. D’altronde, stando all’analisi, “le recenti difficoltà nel formare un governo in Italia e la possibilità di un rovesciamento delle riforme o l’attuazione di politiche che potrebbero danneggiare la sostenibilità del debito hanno innescato un aumento dello spread”; oltretutto, l’incertezza politica “potrebbe scoraggiare gli investimenti privati e indebolire l’attività economica in diversi paesi, aumentando la possibilità di riforme più lente o significativi cambi negli obiettivi”.
Riguardo alle pensioni, il Fmi invita a mantenere la riforma Fornero e a “perseguire ulteriori misure quali una decentralizzazione della contrattazione salariale per allineare i salari con la produttività del lavoro a livello aziendale”. Lo stesso vale per il lavoro, per cui l’auspicio del fondo è che l’Italia preservi il Jobs Act. Intanto, lo spread Btp-Bund continua a crescere di giorno in giorno.
Il ministro per gli Affari Europei Paolo Savona, che giudica la manovra “corretta”, stamani si è espresso in modo critico nei confronti dell’Unione europea, che a suo avviso si sta muovendo “con il pilota automatico” e di questo passo, semplicemente, “si andrà a schiantare contro un iceberg”. La metafora è abbastanza immediata, ma per ulteriore chiarezza, il ministro ha aggiunto che “se l’Europa si mette di traverso sul Def, allora deciderà il popolo”.