Bruxelles – Nell’era Covid il settore del turismo in Europa paga un prezzo salato. Secondo la European Travel Commission, la crescita del turismo europeo rimarrà al di sotto dei livelli del 2019 fino al 2023.
E le istituzioni UE, secondo gli europarlamentari, non stanno facendo quanto promesso, o quanto dovrebbero. Lo rileva la Task Force sul Turismo del Parlamento europeo, che alla fine dell’estate 2020 fa un quadro della situazione dell’industria turistica nell’Unione e le prospettive future.
I deputati europei sono concordi nelle constatazioni e nelle azioni da intraprendere, a prescindere dalla famiglia politica. Per la presidente della commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo, Karima Delli (Verdi/ALE, Francia), intervenuta in apertura di un incontro con la Task Force, la crisi del Coronavirus ha avuto un impatto su 22 milioni di operatori del settore. La ripresa dovrà passare per l’ammodernamento dell’industria turistica, per il quale “non è ancora prevista una linea di bilancio dedicata”, ma anche per trasporti meno inquinanti e la preservazione della biodiversità. La priorità deve restare la salute, ma il turismo ha bisogno di decisioni di lungo periodo. Se ne parlerà diffusamente nel vertice sul turismo sostenibile del 12 ottobre. Tra i temi da affrontare, inevitabilmente la definizione di nuovi criteri e di nuovi modi di fare vacanza, al fine di salvare i posti di lavoro del settore.
Per Cláudia Monteiro de Aguiar (PPE, Portogallo), del direttivo della Task Force, nessun paese è sfuggito alla crisi, che ha colpito pesantemente famiglie e imprese. In alcune isole, come quella della sua nativa Madeira, l’impatto è stato tra i più forti. Si stima che per i tour operator e le agenzie turistiche la perdita sia stata dell’83%, mentre per il settore alberghiero del 66%.
La Task Force del Parlamento prevede che la situazione peggiorerà nei prossimi mesi. L’apertura parziale ha dato un aiuto parziale, ma senza un sostenuto intervento da parte dell’UE e un sostegno finanziario, sarà difficile sopravvivere. La Commissione ha elaborato una proposta che va nella direzione auspicata dagli eurodeputati. Tuttavia, i criteri da applicare nei vari paesi europei devono essere uniformi. Lo stesso vale per gli aeroporti: è necessario un travel agreement tra gli stati membri. Il Parlamento sostiene l’introduzione di una linea di bilancio per le PMI del turismo, ma gli stati devono intervenire internamente con programmi specifici, tenendo conto di individui e imprese colpite, includendo l’industria del turismo nel piano di ripresa.
Esprime le stesse critiche István Ujhelyi (S&D, Ungheria), sottolineando “l’insensibilità di Commissione e Consiglio, che lasciano fuori il Parlamento dalle decisioni”. Venerdì è stata avanzata una proposta per un maggiore coordinamento, cosa che gli eurodeputati chiedono da dicembre 2019. Auspicando una risoluzione congiunta del Parlamento, chiede che la Commissione lanci il “piano Marshall per il turismo” che aveva promesso e che, insieme al Consiglio, instauri un dialogo vero con gli eurodeputati. Il parlamentare ungherese sottolinea inoltre l’importanza di una campagna di comunicazione sul turismo, così come l’esigenza di “fare rumore nella bolla europea” per sensibilizzare le istituzioni al tema della crisi di questo settore così vitale per l’economia europea.
Anche José Ramón Bauzà Díaz (Renew, Spagna), esprime sconcerto sui dati negativi dell’industria turistica. Nel suo Paese, tra i più colpiti dal Coronavirus, il calo del settore è stato dell’80% rispetto all’anno scorso. Si rende necessaria “una nuova strategia UE per il turismo”. Il quadro finanziario pluriennale prevede una linea di bilancio sul turismo, che è il momento di utilizzare.
Il deputato spagnolo lamenta il fatto che, nonostante la presidente della Commissione Ursula von der Leyen abbia dichiarato che il turismo è uno dei settori più colpiti dalla pandemia, “l’opinione del Parlamento non viene mai ascoltata”. Eppure quest’ultimo si è pronunciato diverse volte al riguardo.
Auspica quindi che Commissione e Consiglio coinvolgano il Parlamento nel trovare una soluzione alle difficoltà del settore turistico: “se vogliono lavorare insieme, devono ascoltarci“.
L’appello a un coordinamento europeo viene anche dalla European Tourism Manifesto Alliance, voce del settore dei viaggi e del turismo in Europa. Sono necessarie “restrizioni armonizzate e un’attuazione rapida per permettere al settore di sopravvivere”.