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Con la Brexit torna l'incubo del roaming quando si viaggia oltre Manica

Con la Brexit torna l'incubo del roaming quando si viaggia oltre Manica

Da giugno 2017 i consumatori finali hanno visto sparire i sovracosti per chiamare e navigare su internet quando si trovano all'estero in un altro Stato membro dell'UE. Con l'addio di Londra potrebbe essere un problema quando si viaggia in Regno Unito

Bruxelles – L’accordo di libero scambio della Brexit concluso giovedì 24 dicembre getta ombre anche sul futuro delle tariffe per le chiamate tra Gran Bretagna e Unione Europea e per l’utilizzo del traffico dati quando ci si sposta sull’altra sponda della Manica. In altri termini: torna lo spettro del roaming, che l’UE ha abolito definitivamente il 2017 con apposite regole. Dal 15 giugno di quell’anno le modifiche introdotte dall’Europa permette ai titolari di carte sim acquistate nell’UE di utilizzare senza sovrapprezzi la propria offerta telefonica durante i soggiorni negli altri Stati membri.

Ma la Brexit cancella le conquiste dell’Europa unita. Il testo di accordo di cooperazione stabilisce che “nessuna disposizione impone a una delle parti di regolamentare le tariffe o le condizioni per i servizi di roaming mobile internazionale”. In sostanza non si è negoziato un accordo sull’utilizzo delle schede e di abbonamenti.

E’ tuttavia probabile che l’1 gennaio non scatterà automaticamente un ritorno al passato, con tariffe ai livelli dei tempi del roaming. Si fanno strada due ipotesi, quella di un aumento graduale dei costi per i britannici in Europa e per gli europei in Regno Unito, o di nessun cambiamento fino al voto del Parlamento, previsto per marzo. L’accordo, da un punto di vista giuridico, non è stato ancora approvato e si è deciso politicamente di applicarlo a titolo provvisorio. La prova del nove si avrà comunque solo consultando dal 1 gennaio 2021 le condizioni fornite dal proprio operatore telefonico per i viaggi oltremanica e verso il continente.

La questione preoccupa in primo luogo le compagnie telefoniche, ancora tenute a pagare il servizio agli operatori stranieri quando i loro clienti si trovano in un altro Paese dell’UE. Le tariffe sul traffico telefonico all’estero dipendono da accordi bilaterali tra operatori telefonici degli Stati membri. L’Unione Europea, oltre ad azzerare i costi per i consumatori finali, è intervenuta su queste tariffe all’ingrosso riducendo gradualmente ogni anno il tetto dei prezzi che le compagnie impongono alle loro concorrenti straniere. Con la Brexit si rimette tutto in discussione.

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