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Concessioni balneari a gara nel 2024, il governo chiederà una delega per il riordino del settore

Concessioni balneari a gara nel 2024, il governo chiederà una delega per il riordino del settore

L'esecutivo propone la proroga al 31 dicembre 2023 delle concessioni in essere, incluse quelle già in proroga

Roma – Le concessioni per gli stabilimenti balneari andranno a gara dal primo gennaio 2024, come imposto dal Consiglio di Stato e in linea con le regole UE, ma per un riordino del settore bisognerà attendere ancora. Il governo ha approvato oggi (15 febbraio) un provvedimento che prevede da un lato un emendamento al disegno di legge sulla concorrenza in esame in Parlamento, per prorogare al 31 dicembre 2023 le concessioni in essere (incluse quelle già in proroga), e dall’altro la richiesta alle Camere di una delega per un intervento strutturale sul settore. L’iniziativa riporta un po’ di tranquillità nella maggioranza e disinnesca, per il momento, le polemiche che avevano visto coinvolti il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni e il segretario della Lega Matteo Salvini.

Tra i principi che l’esecutivo chiederà di inserire nella delega c’è quello di un maggior equilibrio tra le aree demaniali in concessione e le aree libere o libere attrezzate.  L’affidamento delle concessioni balneari, spiegano fonti di Palazzo Chigi, dovrà avvenire “nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità, da avviare con bando di gara almeno dodici mesi prima della loro scadenza”.

Un’attenzione particolare sarà volta a favorire la massima partecipazione delle piccole imprese e di enti del terzo settore. Questo dovrebbe avvenire con la definizione dei presupposti per l’eventuale frazionamento in piccoli lotti delle aree demaniali da affidare in concessione. Possibile l’introduzione di un limite al numero di concessioni che possono essere assegnate a un singolo soggetto. Come misura di ristoro per gli attuali gestori, sarà previsto un indennizzo per la mancata remunerazione degli investimenti realizzati in accordo con l’ente concedente. Tale risarcimento sarà a carico di chi subentra nella gestione dello stabilimento.

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