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Von der Leyen risponde a Michel e rassicura i governi: i dettagli sul price-cap (temporaneo) al gas entro il 24 novembre
Ursula von der Leyen e Charles Michel

Von der Leyen risponde a Michel e rassicura i governi: i dettagli sul price-cap (temporaneo) al gas entro il 24 novembre

La presidente della Commissione europea insieme al presidente di turno Ue, il premier ceco Petr Fiala, scrive una lettera alle Capitali assicurando che presenterà uno "schema dettagliato della proposta per un tetto massimo temporaneo del prezzo del gas in tempo utile perché i ministri ne possano discutere al Consiglio dell'Energia" che si terrà tra due settimane

Bruxelles – Una risposta alle accuse di lentezza a varare azioni contro la crisi energetica e la promessa che il cap temporaneo al prezzo del gas vedrà presto la luce. Ursula von der Leyen ha scritto oggi (11 novembre) una lettera alle Capitali per assicurare che la Commissione presenterà uno schema dettagliato “della proposta di un meccanismo di correzione del mercato (‘tetto temporaneo al prezzo del gas’) che tenga conto delle condizioni e delle garanzie richieste dagli Stati membri, in tempo per la discussione dei ministri dell’energia alla riunione del 24 novembre”, si legge. In tempo dunque perché alla riunione straordinaria convocata dalla presidenza di Praga i ministri possano approvarlo, dopo il sostanziale nulla di fatto all’ultimo Consiglio energia del 25 ottobre.

nucleare
Petr Fiala, primo ministro Repubblica ceca

La lettera è firmata dalla leader tedesca e dal presidente di turno del Consiglio Ue, il premier ceco, Petr Fiala, ed è indirizzata ai 27 capi di stato e di governo e al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Fonti confermano che è stata inviata oggi dall’Esecutivo comunitario, e fa seguito alle accuse di lentezza e sostanziale inazione che a von der Leyen sono state rivolte da Michel in un duro intervento di fronte alla plenaria dell’Europarlamento questa settimana. “La Commissione sta lavorando a stretto contatto con gli Stati membri ed è pienamente impegnata ad andare avanti senza indugio con proposte concrete per un efficace meccanismo di correzione del mercato nel pieno rispetto delle conclusioni del Consiglio europeo”, assicura la missiva.

Nella lettera – lunga tre pagine – i due presidenti hanno ricordato che che lunedì 7 novembre la Commissione ha organizzato “un seminario tecnico con gli Stati membri” che avrebbe confermato “la diversa valutazione degli Stati degli impatti, dei benefici e dei rischi attesi di un meccanismo di correzione del mercato. La Commissione sta pertanto proseguendo il suo lavoro per soddisfare le aspettative” dei governi, spiega l’esecutivo, come a voler giustificare un presunto ritardo nella proposta sul price-cap di fronte a una oggettiva divisione tra gli Stati membri sul tema. Secondo varie indiscrezioni, durante il seminario Bruxelles avrebbe ribadito ai rappresentanti dei governi che fissare un tetto al prezzo del gas sui mercati dell’Ue è rischioso, quasi impraticabile e poco raccomandato.

L’esecutivo europeo è stato accusato a più riprese da molti Stati membri, Italia in prima linea, di aver di fatto rallentato la risposta europea alla crisi energetica, continuando a rimandare la proposta sul price-cap. Bruxelles aveva in realtà ipotizzato l’idea già a marzo, ma trovandosi all’epoca senza un reale consenso diffuso da parte dei governi, non ha mai avanzato una proposta concreta. Il ‘no’ con il peso politico maggiore è quello della Germania di von der Leyen, che persiste anche adesso e che viene giustificato dai timori di non ricevere più gas da parte dei fornitori alternativi alla Russia. La Norvegia – che è ora il principale fornitore di gas all’Europa – ha scandito categoricamente che il tetto al prezzo del gas non è una soluzione per abbassare i costi, ma serve una soluzione di tipo commerciale. Stretta tra i timori di Germania e Paesi Bassi e tra le sue stesse preoccupazioni di scoraggiare i partner amici, la Commissione nei fatti ha continuato per mesi a frenare la proposta, pur senza abbandonarla.

E’ un fatto, però, che da marzo a oggi il consenso degli Stati membri al price-cap per il gas è aumentato (oggi se ne contano almeno 16, tra cui Italia e Francia), come è aumentata da parte dei governi la pressione politica alla Commissione per avanzare una proposta. Il pacchetto del 18 ottobre si basa su tre pilastri: interventi per contrastare l’aumento dei prezzi del gas come un ‘price cap’ dinamico per le transazioni sulla principale borsa del gas di Amsterdam, in attesa di introdurre un nuovo parametro complementare al Ttf solo per il gas liquefatto; una base giuridica per avviare nell’effettivo (e rendere obbligatori) gli acquisti congiunti di gas da parte delle imprese europee e nuove regole di solidarietà tra gli Stati membri di fronte al rischio di tagli all’approvvigionamento. Sulla proposta si è trovato, non senza difficoltà, un accordo di principio tra i capi di stato e governo all’ultimo Vertice del 20-21 ottobre scorso, che ha dato mandato alla Commissione e ai ministri dell’energia di procedere con le proposte. Bruxelles ha chiarito però che il lavoro tecnico spetta ai ministri dell’energia e che presenterà i “dettagli” di questo corridoio dinamico temporaneo al prezzo del gas solo dopo il via libera da parte del Consiglio energia, in quello che ormai è diventato un continuo rimpallo di responsabilità e accuse reciproche di ritardare la risposta europea alla crisi del gas.

La lettera non contiene indicazioni precise su quando la proposta sarà avanzata, viene solo assicurato che sarà prima del Consiglio energia. In un tweet la commissaria europea per l’energia, Kadri Simson, ha precisato che la Commissione presenterà “la prossima settimana lo schema per un meccanismo di correzione del mercato del gas”. Una proposta legislativa arriverà “subito dopo”.

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