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Interrotti i lavori al Parlamento europeo, militanti curdi chiedono il ritiro del Pkk dalla lista Ue dei terroristi

Interrotti i lavori al Parlamento europeo, militanti curdi chiedono il ritiro del Pkk dalla lista Ue dei terroristi

Una quindicina di attivisti curdi ha scavalcato le barriere di protezione e srotolato bandiere con il volto di Abdullah Ocalan, leader fondatore del Partito dei lavoratori curdi. Dopo aver dialogato con i manifestanti, Metsola ha ripreso la seduta: "C'era il rischio che potessero ferirsi"

Dall’inviato a Strasburgo – Seduta sospesa per oltre tre ore. Una quindicina di attivisti curdi ha interrotto i lavori del Parlamento europeo a Strasburgo: durante il dibattito in aula sul nuovo Piano industriale verde europeo, i militanti hanno scavalcato le barriere di protezione ai piani alti dell’emiciclo e srotolato bandiere raffiguranti Abdullah Öcalan, il leader fondatore del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) rinchiuso da oltre vent’anni nell’isola-prigione turca di Imrali, cantando “Mep, listen to me” (Eurodeputati, ascoltatemi!).

La vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, si è trovata costretta a sospendere il dibattito e chiedere agli eurodeputati di uscire temporaneamente dall’aula per permettere l’intervento delle forze di sicurezza. “Stavo tenendo il mio intervento e a un certo punto ho sentito gridare e ho visto le bandiere con il volto di Ocalan”, ha dichiarato a Eunews fuori dall’emiciclo Mohammed Chahim, deputato olandese dei Socialisti e democratici (S&d). La sessione è ripresa solo alle 15: la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, accompagnata da alcuni eurodeputati, tra cui Giuliano Pisapia (Pd), ha dialogato con i manifestanti prima che le forze di sicurezza riuscissero a scortarli pacificamente fuori dal Parlamento. Gli attivisti, entrati in mattinata come visitatori, si rifiutavano di uscire e, come raccontato dalla stessa Metsola, c’era “preoccupazione che potessero farsi del male come parte della loro protesta”. La presidente, alla ripresa dei lavori, ha dichiarato che “il Parlamento sta sempre con orgoglio dalla parte della libertà di espressione e del diritto di protesta, ma sempre nel rispetto delle regole e delle procedure, della tutela della salute pubblica e senza interrompere i dibattiti democratici”.

Come riportato da François Alfonsi, membro dei Verdi/Ale, l’azione dei militanti curdi sarebbe in funzione del ritiro del Pkk dalla lista europea delle organizzazioni terroristiche. Motivo di proteste da parte dei separatisti curdi anche il memorandum d’intesa firmato a giugno tra Svezia, Finlandia e Turchia sull’ingresso nella Nato dei due Paesi scandinavi e la “cooperazione nella lotta contro il terrorismo”: Stoccolma e Helsinki, che si sono per anni rifiutati di concedere a Ankara l’estradizione di diversi membri del Pkk, rifugiati politici in Svezia e Finlandia, hanno promesso di affrontare in modo “rapido e approfondito” le richieste di espulsione dei “terroristi” curdi.

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