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    Home » Politica » Via libera dal Parlamento Ue al piano per la produzione di munizioni. Bocciati gli emendamenti per escludere i fondi Pnrr

    Via libera dal Parlamento Ue al piano per la produzione di munizioni. Bocciati gli emendamenti per escludere i fondi Pnrr

    Il piano per aumentare la capacità produttiva dell'Ue (in parte per rifornire l'Ucraina, in parte per risanare le scorte dei Paesi che stanno fornendo munizioni a Kiev) passa con 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti

    Fabiana Luca</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@fabiana_luca" target="_blank">@fabiana_luca</a> di Fabiana Luca @fabiana_luca
    1 Giugno 2023
    in Politica
    munizioni

    Underground military storage of 155mm artillery gun shells - 3D rendering

    Bruxelles – ASAP, Atto europeo a sostegno della produzione di munizioni. E’ a tempo di record – con procedura d’urgenza – che l’Europarlamento riunito oggi (primo giugno) in mini-plenaria a Bruxelles ha adottato il mandato negoziale sul piano Ue per accelerare la produzione di munizioni ‘Made in Europe’, presentato dalla Commissione europea lo scorso 3 maggio per arrivare a produrre almeno un milione di munizioni all’anno nell’Ue. In parte per rifornire l’Ucraina, in parte per risanare le scorte degli Stati membri che stanno rifornendo Kiev.

    Il via libera dall’Eurocamera è arrivato con 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti e sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati ieri dal gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) che chiedevano di rinunciare all’uso dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e della coesione per finanziare la produzione di armamenti a livello comunitario, come previsto dalla proposta della Commissione europea. Dopo la bocciatura sugli emendamenti, la delegazione italiana dei Socialisti&Democratici si è spaccata sul voto all’intero piano con l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio (che non è del Pd) che ha votato contro. A sostenere il piano il capodelegazione Pd Brando Benifei, Paola Picierno, Irene Tinagli, Paolo De Castro, Daniela Rondinelli, Alessandra Moretti e Patrizia Toia (queste ultimi avevano votato per l’astensione, per poi annunciare di avere in realtà votato a favore). Astenuti invece Piero Bartolo, Camilla Laureti e Achille Variati. Compatta la delegazione del M5s e dei Verdi a votare contro la proposta di Bruxelles.

    Il piano della Commissione europea prevede di mobilitare cinquecento milioni di euro dal bilancio comunitario fino a giugno 2025 per aumentare la capacità dell’industria europea di produrre munizioni, con l’obiettivo di produrre almeno un milione di pezzi all’anno. Ultimo di tre pilastri di un più ampio e complesso ‘Piano per la difesa’ proposto ai Ventisette da Breton e dall’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, che si articola in tre fasi: un miliardo di euro mobilitato attraverso lo strumento europeo per la pace (strumento fuori bilancio comunitario) per la consegna immediata di munizioni a Kiev attraverso le scorte degli Stati membri; un altro miliardo di euro per gli acquisti congiunti di armi e infine un aumento della capacità di produzione bellica a livello europeo, dal momento che per assicurare le promesse fatte a Kiev è necessario potenziare la capacità industriale dell’Ue. Per fornire urgentemente munizioni e missili all’Ucraina e ad aiutare gli Stati membri a ricostituire le proprie scorte introducendo, la Legge proposta interviene per aumentare la sua capacità di produzione Made in Europe.

    Sul fronte finanziario, i 500 milioni di euro in sovvenzioni arrivano per 260 milioni dal Fondo europeo per la difesa e 240 milioni dal regolamento che istituisce il rafforzamento dell’industria europea della difesa attraverso l’atto comune in materia di appalti pubblici (EDIRPA), proposto dalla Commissione Ue a luglio 2022 e su cui ancora i colegislatori devono raggiungere un accordo) per sostenere progetti industriali o anche partenariati transfrontalieri, oppure ottimizzare o espandere ammodernamento le capacità produttive esistenti, crearne di nuove o ancora incentivare progetti transfrontalieri. La Commissione europea ha dato poi la possibilità agli Stati membri di mobilitare altri strumenti finanziari, tra cui il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e i fondi di coesione, sollevando varie preoccupazioni.

    La Commissione ha più volte chiarito che “non ci sono obblighi” di utilizzare i fondi del Pnrr, ma di aver solo segnalato la possibilità per quelli che lo desiderano di usare i fondi di coesione e/o quelli del Recover  per la produzione di munizioni perché rientra tra gli obiettivi dei fondi di copertura.

    Il piano è stato approvato dall’Eurocamera con procedura accelerata per arrivare ad avviare i negoziati con gli Stati membri prima possibile. “Accolgo con grande favore il voto odierno del Parlamento europeo in merito alla sua posizione sull’ASAP, saluto il senso di urgenza e di responsabilità del Parlamento europeo. Chiedo ora al Consiglio di fare lo stesso e di agire rapidamente in modo da poter avviare i triloghi. Il sostegno all’Ucraina non può aspettare”, ha scritto in un tweet il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton.

    Tags: armiparlamento europeo

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