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Da Lovanio a Catania, da Dresda a Breslavia. Gli investimenti nella ricerca e sviluppo di microchip uniscono l'Europa

Da Lovanio a Catania, da Dresda a Breslavia. Gli investimenti nella ricerca e sviluppo di microchip uniscono l'Europa

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in visita all'unità di ricerca sui chip di Imec, ha ricordato che dalla presentazione dell'European Chips Act "sono stati annunciati più di 90 miliardi di euro in investimenti industriali". L'obiettivo è diventare leader globali entro il 2030

Bruxelles – La strategia dell’Unione Europea sui microchip sta dando i suoi primi risultati. Non solo sul piano legislativo, quanto soprattutto su quello della ricerca e della produzione industriale. “Da quando abbiamo proposto l’European Chips Act nel febbraio dell’anno scorso, sono stati annunciati più di 90 miliardi di euro in investimenti industriali in Europa“, è quanto dichiarato alla stampa dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in visita oggi (7 luglio) con il primo ministro del Belgio, Alexander De Croo, all’unità di ricerca sui chip di Imec (Interuniversity Microelectronics Center) a Lovanio.

Ursula Vvn der Leyen Microchip
Da sinistra: la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il primo ministro del Belgio, Alexander De Croo, allo stabilimento Imec a Lovanio (7 luglio 2023)

Investimenti che coinvolgono tutti gli angoli dell’Unione – da nord a sud, da est a ovest – e che già rispondono all’ambizione di “rendere l’Europa leader nella ricerca, design, test e produzione globale sui semiconduttori entro il 2030“. In Polonia, presso Breslavia, saranno stanziati 12 miliardi di euro per impianti di confezionamento e test dei microchip (di cui 4,2 dall’azienda Intel), 30 miliardi saranno destinati alla costruzione di due fabbriche “prime nel loro genere” in Germania. Ma grossi investimenti sono stati annunciati “anche a Dublino, Catania, Grenoble e a Dresda“, con riferimento al prestito da 600 milioni di euro all’azienda STMicroelectronics per le attività di ricerca e sviluppo e di pre-industrializzazione degli impianti in Italia e in Francia e al nuovo stabilimento di semiconduttori di Infineon Technologies AG nella ‘Silicon Saxony’. I microchip “sono essenziali per la nostra transizione verde e digitale e per le nostre economie, che non funzionerebbero senza”, ha ricordato la numero uno dell’esecutivo comunitario nel suo intervento a Lovanio.

Proprio nella città belga von der Leyen si è soffermata sul valore della ricerca nel settore dei microchip, come dimostrato dall’organizzazione internazionale di ricerca e sviluppo Imec: “È una centrale di innovazione nel cuore dell’Europa, qui sta inventando il futuro“. Da Bruxelles sono già arrivati “300 milioni di euro nell’ultimo decennio in investimenti Horizon 2020 e Horizon Europe”, ma è il futuro che si sta aprendo ad aumentare le speranze dell’esecutivo comunitario. “L’European Chips Act entrerà formalmente in vigore solo in autunno, ma sta già generando una spinta incredibile“, ha sottolineato con entusiasmo von der Leyen, ribadendo che la legislazione comunitaria sui microchip in fase di ultimazione “sta mandando un potente messaggio, perché fornisce opportunità di finanziamento per le capacità su tutta la catena di valore e si basa sulle forze dell’Ue”. Un messaggio che assume ancora più rilevanza se si considera il contesto geopolitico in cui l’Unione si sta muovendo: “Abbiamo bisogno di ridurre la nostra dipendenza da pochi fornitori dall’Asia orientale” – Cina in primis – “e diminuire attivamente i rischi per la nostra catena di approvvigionamento dei microchip, è vitale”. Per raggiungere questo obiettivo, “dobbiamo promuovere design, test e produzione qui in Europa”, è l’esortazione di von der Leyen: “L’European Chips Act è un game changer e campioni dell’innovazione come Imec sono essenziali per la nostra sicurezza economica”.

Microchip

La strategia Ue sui microchip

A Bruxelles è in fase di ultimazione la legislazione comunitaria sui microchip, l’European Chips Act, che affronterà la carenza di semiconduttori sul territorio dell’Unione. Alla sessione plenaria in programma dal 10 al 13 luglio è atteso il via libera del Parlamento Ue all’accordo provvisorio dello scorso 18 aprile con i co-legislatori del Consiglio dell’Ue sulla proposta della Commissione per raddoppiare la quota di mercato globale dell’Ue nel settore dei semiconduttori entro il 2030, dal 10 ad almeno il 20 per cento. Che, in altri termini, equivale in realtà a quadruplicare la produzione dei microchip, dal momento in cui il settore è destinato a raddoppiare esso stesso nel prossimo decennio.

European Chips ActSul piano dell’architettura finanziaria l’European Chips Act mobiliterà 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati, di cui 3,3 miliardi dal bilancio dell’Ue, concentrandosi su tre pilastri fondamentali. Il primo è Chips for Europe, l’iniziativa che metterà in comune le risorse dell’Unione, degli Stati membri, del settore privato e dei Paesi terzi associati ai programmi esistenti Ue per sostenere lo sviluppo di capacità tecnologiche e le relative attività di ricerca e innovazione. Su questo punto sarà creato un nuovo obiettivo per i semiconduttori nell’ambito del Programma Europa Digitale (da 3,3 miliardi di euro, appunto, nei limiti dell’accordo sul Quadro finanziario pluriennale, aggiungendosi alle risorse già stanziate anche dallo Strumento per la ripresa e la resilienza). Il coordinamento arriverà dal partenariato pubblico-privato Chips Joint Undertaking, che sarà responsabile della selezione dei centri di eccellenza nell’ambito del suo programma di lavoro.

Il secondo pilastro è il nuovo quadro per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la resilienza, attirando maggiori investimenti. Tra i cosiddetti impianti ‘primi nel loro genere’ sono inclusi quelli che producono apparecchiature utilizzate nella produzione di semiconduttori, potendo così  beneficiare di procedure accelerate per la concessione dei permessi. A questo si aggiunge il fatto che i centri di progettazione che migliorano “in modo significativo” le capacità dell’Unione nella progettazione di microchip innovativi possono ricevere il marchio europeo di centro di progettazione di eccellenza, con misure di sostegno dai Paesi membri. Il terzo pilastro è invece il meccanismo per monitorare la catena di fornitura dei semiconduttori e coordinare le azioni in situazioni di crisi, attraverso cui gli indicatori di allerta precoce negli Stati membri saranno utilizzati per attivare un allarme di carenza a livello europeo. La Commissione potrà così attuare misure di emergenza, come dare priorità alla fornitura di prodotti particolarmente colpiti da una carenza o effettuare acquisti comuni per gli Stati membri.

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