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    Home » Economia » Trasporti, le regole Ue mettono in difficoltà armatori e porti d’Europa

    Trasporti, le regole Ue mettono in difficoltà armatori e porti d’Europa

    L'evento Withub dedicato al tema della mobilità insiste sulla necessità di politiche sociali ed economiche, invece che spingere solo per l'ambiente

    Emanuele Bonini</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/emanuelebonini" target="_blank">emanuelebonini</a> di Emanuele Bonini emanuelebonini
    12 Ottobre 2023
    in Economia

    dall’inviato a Roma – “La transizione è un tavolino a tre gambe: ambientale, economica e sociale. Se alzo una sola gamba e ci poggio la tazzina del caffè, quella cade. Noi poniamo l’accento solo sulla sostenibilità ambientale“. A riassumere, con esempio, i nodi di una transizione che investe anche il settore del trasporto marittimo, con i suoi porti e i suoi operatori, Pino Musolino, presidente di MedPorts e dell’Autorità portuale mar Tirreno centro-settentrionale. Interviene a ‘I trasporti italiani ed europei e la sfida del 2035’, l’evento tematico di Withub per richiamare l’attenzione su una politica europea che appare troppo sbilanciata. “Dobbiamo essere sognatori ma essere molto pragmatici”.

    In estrema sintesi “bene gli obiettivi, ma attenzione alle regole”, continua Musolino. “Altrimenti si fa una diagnosi che uccide il paziente”. Tradotto in realpolitik, “se noi facciamo regole stringenti nei nostri porti e poi nei porti del resto del Mediterraneo queste stesse regole non ci sono, noi saremo i più belli ma i nostri porti restano vuoti” a scapito di altri, come Tangeri, citato non a caso.

    Che il tavolo della transizione sia inclinato non c’è dubbio neppure per Salvatore Deidda (FdI), presidente della commissione Trasporti della Camera. Dall’1 gennaio 2024 il meccanismo Ets per i certificati di emissioni si applicherà anche al settore marittimo. Il principio per cui ‘chi inquina paga’ scatterà anche per navi, siano esse passeggeri o merci. “C’è la difficoltà degli armatori davanti alle scelte dell’Ue“, avverte il deputato, non convinto delle decisioni prese fin qui. “Non ci si rende conto che i traghetti, che garantiscono la continuità territoriali, contribuiscono a quella tassa. Gli armatori sono di fronte a grandi difficoltà per quelli che sono servizio pubblico”. Governo e maggioranza, assicura, sono pronti a correre ai ripari. “I porti sono l’oggetto di questo primo anno di governo, ed entro l’anno dovrebbe arrivare la legge delega per la riforma dei porti. Semplificheremo le regole di controllo e indirizzo portuali, per evitare le guerre tra autorità portuali”.

    Tra le fila del governo, il viceministro per le Infrastrutture e i trasporti, Edoardo Rixi, conferma la linea di palazzo Chigi e della coalizione. “Abbiamo un Paese che basa la propria potenza logistica sulla sua mobilità. Abbiamo un accesso al mercato globale attraverso la rete portuale. L’interconnessione è dunque fondamentale“. E’ per questo che intende lavorare il Paese. “E’ importante ribadire i nostri obiettivi e individuare gli investimenti”, e quanto a questo secondo aspetto sono stati dedicati “70 miliardi per transizione e nuovi carburanti, e 30 miliardi per una rete di mobilità che sia digitale”.

    Dall’opposizione, il vicepresidente della commissione Ambiente del Senato, Lorenzo Basso (Pd), suggerisce una maggiore innovazione che vada proprio nel senso della transizione tecnologica. “Adesso la parte a più alte emissioni del settore è rappresentata dai camion in coda per scaricare e caricare. Con sistemi digitali di informazione in tempo reale si può dire quando arrivare e quando non arrivare”. In questa corsa alla mobilità ‘green’ “a me interessa che l’Italia sia protagonista, che sperimenti, che il nostro sistema sia dentro alla partita senza perdere competitività”. Per questo occorrono investimenti, insieme ad un’agenda che sia davvero sostenibile nella sua realizzazione. “E’ importante dare degli obiettivi ambiziosi ma con i giusti passi”, scandisce l’esponente dem. “Arrivare al 2050 con zero emissioni è difficile, ma fare investimenti e costruire i cluster del mare, con tappe intermedie, è il modo giusto“. Un invito a lavorare, in Italia come in Europa, alla gamba economica del tavolo a rappresentare una transizione non semplice.

    In questo però c’è un alleato su cui potersi e doversi affidare: l’Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA). ” Siamo un’agenzia tecnica, quindi al fianco di Commissione Ue e Stati membri in tutte le attività che caratterizzano i trasporti marittimi”, scandisce Manuela Tomassini, capo dipartimento Sostenibilità di EMSA. Vuol dire che si può dare assistenza per ciò che riguarda l’aspetto normativo, e non solo. “Accanto all’attuazione della legislazione lavoriamo per colmare le lacune di conoscenza”. A proposito di conoscenza, “ci stiamo concentrati sui combustibili che sono più promettenti per il settore, a partire dai bio-carburanti”. Poi c’è “l’ammonia che è un’altra opzione, sotto certe condizioni”. Ancora, “quest’anno stiamo presentando progetti di energia eolica e idrogeno”. Senza tralasciare l’energia da atomo. “Continueremo ad assaggiare il nucleare, perché è una tecnologia che non possiamo non considerare“.

    Tags: Edoardo RiximaremerciPortitrasportitrasporto marittimoue

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