Bruxelles – Luce verde dalla Commissione europea per i finanziamenti pubblici a Cineca, il consorzio senza scopo di lucro pubblico-privato che include tra i suoi membri anche il ministero dell’Istruzione e del merito (Mim) e quello dell’Università e della ricerca (Mur), che secondo l’esecutivo comunitario non costituiscono aiuti di Stato.
Si conclude così la vicenda iniziata nel marzo 2021 sul giro di soldi tra università italiane, istituti di ricerca, ministeri di Roma e Cineca. L’organizzazione finita nel mirino della Commissione (il cui nome è l’abbreviazione di Consorzio interuniversitario per il calcolo automatico) è un consorzio senza scopo di lucro composto da 118 enti, di cui due ministeri, 70 università italiane e 46 istituzioni pubbliche nazionali.
Tre anni e mezzo fa, Bruxelles aveva avviato l’indagine per verificare se il finanziamento annuale erogato dal 2004 all’organizzazione da parte del governo italiano per la fornitura di servizi informatici (It) costituisse una fattispecie di aiuti di Stato incompatibile con la normativa comunitaria, e per appurare se la medesima incompatibilità riguardasse i pagamenti effettuati al Cineca da parte di alcune università italiane. Inoltre, si legge in una nota della Commissione, quest’ultima ha cercato di chiarire se il Cineca abbia utilizzato finanziamenti pubblici “per sovvenzionare in modo incrociato attività economiche in mercati in cui potrebbe essere in concorrenza con altri operatori.”
Secondo l’esecutivo Ue, le misure non costituiscono aiuti di Stato illegali, dato che “il Cineca non è un’impresa per quanto riguarda le attività in questione”. Nello specifico, la Commissione osserva che “la fornitura di servizi informatici in questo contesto è intrinsecamente legata al compito dello Stato di fornire istruzione terziaria”, mentre sulle sovvenzioni incrociate “il Cineca ha messo in atto misure di salvaguardia adeguate” e non si trova in violazione dei requisiti comunitari sulla concorrenza.