Bruxelles – Per avere un’Europa sicura, protetta e sostenibile, non si deve dimenticare l’importanza di avere un apporto scientifico solido, come quello della geologia. Il cuore del manifesto politico per la competitività europea presentato dall’Efg, Federazione europea dei geologi si concentra proprio sulla necessità di combinare le sfide future europee, come quella per la competitività, con la scienza.
Durante un dialogo politico di alto profilo tenutosi a Bruxelles ieri (21 novembre), è stata ribadita la volontà dei geologi di dare un loro contributo a quelle che sono tematiche di grande rilevanza in Ue, come il cambiamento climatico. “Vogliamo essere nel cuore delle istituzioni. Dobbiamo capire come possiamo servire al meglio la società”, ha dichiarato Rudi Ruggeri, del Consiglio nazionale geologi. Per Ruggeri, la prima sfida da affrontare sarà relativa alla transizione verde e ai posti di lavoro che potranno essere persi per la decarbonizzazione.
Un appello ad “essere ascoltati di più”, di cui si fa portavoce Ruggeri, alle istituzioni europee, presenti nell’occasione di ieri al Parlamento europeo insieme ai rappresentanti di 27 associazioni nazionali di geoscienze, nonché ai delegati provenienti da importanti partnership internazionali.
“Il punto cruciale di questo evento è il ruolo fondamentale dei geologi in Europa. I geologi sono il punto di partenza dell’intero processo nella supply chain nelle materie prime“, è il commento di Davide Govoni, presidente della Federazione.
Non si parla solo di competitività nel panel di Efg, ma anche di cambiamento climatico, alla gestione sostenibile delle risorse e alla transizione energetica. Ancora una volta, si è voluto sottolineare il ruolo importante delle scienze geologiche riguardo alla prevenzione dei rischi naturali, nonché riguardo alla sicurezza delle risorse e alla crescita economica europea, con un focus sui materiali critici.
“Dobbiamo investire nella geologia sin dall’inizio. Investire nella geologia offre un ritorno fino a mille volte dell’investimento. Prioritizzando la geologia, possiamo migliorare la nostra competitività e benessere”, ha continuato Govoni.
“Come ha detto Draghi, l’Europa deve rafforzare la sua strategia. Possiamo offrire una cooperazione rapida, soprattutto nella presa di decisioni e garantiamo i più alti standard professionali”, ha dichiarato Janos Szanyi, coordinatore del panel di esperti presso Efg sull’energia geotermica. Proprio riguardo a questa, continua Szanyi: “E’ necessario un maggiore investimento nell’innovazione per raggiungere i nostri obiettivi. La geotermia è un candidato principale per diversificare l’approvvigionamento energetico. Entro il 2050, dovrebbe coprire più del 35 per cento delle forniture di riscaldamento dell’Europa“.
Non manca un commento sulla poca indipendenza europea riguardo alle materie critiche, proposto dall’eurodeputata della Lega, Susanna Ceccardi, presente all’evento. “La transizione energetica e la lotta al cambiamento climatico rappresentano sfide epocali per l’Europa, ma devono essere affrontate con pragmatismo e una visione chiara”, ha dichiarato Ceccardi.
“L’Europa è infatti drammaticamente dipendente da Paesi terzi, come la Cina, per l’approvvigionamento di materie prime critiche indispensabili per tecnologie chiave della transizione energetica, come batterie elettriche e pannelli solari”, ha aggiunto Ceccardi.
In un contesto di grandi cambiamenti globali, l’Europa è “a un punto di svolta critico” e senza un’azione decisa il rischio di compromettere il futuro globale è alto. Rispondendo a questa chiamata, l’Efg e le sue associazioni nazionali, nel manifesto, si sono dette pronte a collaborare con le istituzioni europee per garantire una traduzione tempestiva ed efficace delle politiche europee in azioni nazionali, concentrandosi su favorire un futuro sostenibile per tutti gli europei e per la comunità globale.