Bruxelles – Non è durato nemmeno un anno il governo di Luís Montenegro, il primo ministro portoghese entrato in carica ad aprile 2024. Lo stop è arrivato dal Parlamento di Lisbona, che ha votato compattamente contro una mozione di fiducia cui si era sottoposto lo stesso premier, intenzionato ad arginare lo scandalo relativo alla sua partecipazione nell’azienda Spinumviva. Il Paese iberico va così incontro alle terze elezioni anticipate nel giro di tre anni.
Si è concluso con 142 voti contrari e 88 a favore il voto di ieri (11 marzo) all’Assembleia da República, il Parlamento monocamerale lusitano, sulla questione di fiducia posta da Luís Montenegro, capo dell’esecutivo di Lisbona dall’aprile scorso. La coalizione di centro-destra Alleanza democratica (Ad) – composta dai liberal-conservatori del Psd (il partito di Montenegro), dai cristiano-democratici del Cds e dai monarchici del Ppm – era arrivata prima alle elezioni anticipate del marzo 2024, ma non avendo ottenuto la maggioranza assoluta aveva dovuto mettere insieme un governo di minoranza sostenuto da 80 deputati sui 230 totali dell’Aula.
A travolgere il premier è stato il ciclone mediatico montato intorno a Spinumviva, una società di consulenza per la protezione dei dati fondata proprio da Montenegro nel 2021. Quest’ultimo aveva trasferito la proprietà dell’azienda alla moglie e ai figli l’anno successivo, ma ciò non è bastato per metterlo al riparo dalle accuse di conflitti di interesse (tra i clienti di Spinumviva ci sono diverse entità che hanno contratti col governo) cavalcate dalle opposizioni.

La destra ultranazionalista di Chega e i comunisti del Pcp hanno provato a disarcionare Montenegro tramite delle mozioni di censura, che però sono fallite. Ma visto l’addensarsi dello scandalo che scuoteva l’opinione pubblica, il capo dell’esecutivo ha infine deciso di sottoporsi ad un voto di fiducia sostenendo che il Paese avesse bisogno di “un chiarimento politico” al fine di dissipare “l’atmosfera di insinuazioni e intrighi permanenti“.
Il responso inequivocabile dell’Assembleia ha così posto fine al suo governo, durato appena 11 mesi, e rimesso il boccino nelle mani del presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa. Il capo dello Stato sta tenendo oggi delle consultazioni coi leader dei principali partiti politici, ma tutti gli osservatori sono concordi nell’indicare nuove elezioni anticipate come l’opzione più verosimile. Lo scioglimento dell’emiciclo verrà eventualmente annunciato domani, al termine della riunione del Consiglio di Stato.
Secondo i più recenti sondaggi, tuttavia, la situazione nel prossimo Parlamento non cambierà di molto rispetto ad ora: la coalizione di Ad viaggia intorno al 30 per cento dei consensi tallonata dai socialisti al 29 per cento (l’ultimo premier espressione del Ps, António Costa, è ora al timone del Consiglio europeo), mentre la destra radicale di Chega dovrebbe mantenere il terzo posto col 16 per cento.
Calendario alla mano, i portoghesi potrebbero recarsi alle urne già il prossimo 11 maggio (la scadenza naturale della legislatura era fissata nel 2028), dopo che altre due elezioni anticipate erano già state convocate a marzo 2024 e gennaio 2022.