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    Home » Green Economy » Il mar Mediterraneo è ufficialmente zona di controllo di emissioni di ossidi di zolfo

    Il mar Mediterraneo è ufficialmente zona di controllo di emissioni di ossidi di zolfo

    Dall'1 maggio in vigore le nuove regole che fanno del bacino del Mediterraneo la quinta area al mondo anti-emissioni

    Giulia Torbidoni di Giulia Torbidoni
    2 Maggio 2025
    in Green Economy
    Il bacino del mar Mediterraneo [foto: Wikimedia Commons]

    Il bacino del mar Mediterraneo [foto: Wikimedia Commons]

    Bruxelles – E’ entrato ufficialmente in funzione l’Area di Controllo delle Emissioni di ossidi di zolfo nel Mediterraneo. Dall’1 maggio di quest’anno il Mar Mediterraneo è diventato quindi la quinta Area di Controllo delle Emissioni (Ace) di ossidi di zolfo al mondo: ciò vuol dire aree marine protette in cui sono in vigore controlli più rigorosi per ridurre al minimo l’inquinamento atmosferico causato dalle navi. Tradotto in pratica, all’interno del bacino del Mediterraneo le navi dovranno utilizzare combustibile per uso marittimo con un contenuto di zolfo inferiore, ridotto dallo 0,5 per cento – che è il limite globale di zolfo per i carburanti marittimi fissato dal 2020 – a un massimo dello 0,1 per cento. Per fare un confronto, il contenuto di zolfo nei carburanti per autocarri o autovetture è limitato allo 0,001 per cento.

    “Le emissioni di ossidi di zolfo causano l’acidificazione del mare e della terraferma e contribuiscono alla formazione di polveri sottili, collegate a patologie respiratorie e cardiovascolari“, precisa la Commissione europea. Le morti premature da inquinamento sono un problema di lungo corso nell’Ue. “La riduzione di queste emissioni migliorerà la qualità dell’aria e dell’acqua, con conseguenti benefici per la salute umana e ambientale”.

    Bruxelles evidenza anche che le emissioni di ossido di zolfo nell’Ue sono diminuite di circa il 70 per cento dal 2014, “principalmente grazie all’istituzione di una zona di controllo delle emissioni nell’Europa settentrionale”, e che si prevede che la nuova zona di controllo delle emissioni del Mediterraneo porterà a ulteriori riduzioni.  “Tuttavia, nello stesso periodo, le emissioni di ossido di azoto (NOx) nell’Ue sono aumentate del 10 per cento dal 2015 al 2023, con un aumento dell’8 per cento specificamente nel Mediterraneo.

    Per affrontare questo problema, la Commissione Europea e gli Stati del Mediterraneo stanno attualmente valutando le misure più efficaci per ridurre queste emissioni. L’accordo per proteggere ulteriormente l’ambiente marino del Mediterraneo istituendo una Zona di Controllo delle Emissioni del Mediterraneo è stato raggiunto dall’Ue e dai Paesi del Mediterraneo, nell’ambito della Convenzione di Barcellona delle Nazioni Unite nel 2021. L’anno dopo, nel 2022, l’Organizzazione Marittima Internazionale (Imo) ha accolto la richiesta di designazione. Ad aprile, l’Imo ha inoltre approvato la creazione di una Zona di Controllo delle Emissioni dell’Atlantico Nord-orientale per ridurre sia gli ossidi di zolfo che quelli di azoto, la cui adozione è prevista entro la fine dell’anno e che entrerà in vigore nel 2027. Comprenderà gli Stati costieri dell’Ue, la Groenlandia, le Isole Faroe, l’Islanda e il Regno Unito.

    “L’Ue e i suoi vicini del Mediterraneo hanno istituito congiuntamente un’Area di Controllo delle Emissioni (Ace) per contrastare l’inquinamento causato dalle navi alla fonte“, commenta la commissaria per l’Ambiente, Jessika Roswall. “Si tratta di un passo importante verso un’industria marittima più pulita, competitiva e a prova di futuro”. Per questo, conclude, “preservare questa regione marina è fondamentale per la resilienza idrica, la riduzione dell’inquinamento e la tutela della salute delle comunità costiere e dell’ambiente circostante”.

    Tags: jessika roswallmar mediterraneomaresostenibilitàtrasporto marittimoue

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