Bruxelles – Anche se entrati illegalmente, un uomo o una donna di un Paese extra-Ue non possono essere accusati, e quindi non possono essere sanzionati, per favoreggiamento di ingresso irregolare quando in compagnia del figlio minorenne. Lo stabilisce il Tribunale dell’Ue che, con sentenza, afferma come in caso di arrivo su suolo Ue di cittadini extracomunitari al di fuori dei canali regolari la presenza di minorenni al seguito rientri nella normale patria potestà. “Tale genitore esercita semplicemente la responsabilità che gli incombe nei confronti del minore“, sostengono i giudici di Lussemburgo.
Il caso riguarda una donna che, nell’agosto del 2019, è stata arrestata all’aeroporto di Bologna e perseguita per il reato di favoreggiamento dell’ingresso illegale dalle autorità italiane. La donna, utilizzando passaporti falsi, aveva portato con sé la figlia e la nipote, entrambe minorenni, e aveva poi dichiarato di essere fuggita dal suo paese d’origine perché lei e la sua famiglia erano state minacciate di morte dal suo ex compagno.
La Corte di Giustizia dell’Ue, adita dal Tribunale di Bologna, sostiene in estrema sintesi che la condotta di una persona che, in violazione del regime di attraversamento delle frontiere, fa entrare nel territorio di uno Stato membro minori cittadini di paesi terzi che l’accompagnano e di cui è effettivamente affidataria, “non rientra nei comportamenti illeciti di favoreggiamento dell’ingresso illegale ai sensi del diritto dell’Unione“. Non c’è dunque una palese violazione della direttiva del 2002 su soggiorno illegale e favoreggiamento di ingressi illegali.
Di conseguenza gli Stati membri non possono agire col ‘pugno duro’. Su questo il Tribunale dell’Ue è chiaro: “Il diritto dell’Unione è contrario a una normativa nazionale che sanziona penalmente” il cittadino extra-Ue entrato illegalmente per aver fatto fare altrettanto al figlio minorenne. Il motivo è che “Gli Stati membri non possono estendere la portata dell’illecito di favoreggiamento dell’ingresso illegale, come definito dal diritto dell’Unione, includendovi comportamenti non previsti da quest’ultimo, in violazione della Carta”.