Bruxelles – L’Europa investirà 1 miliardo di euro in 50 progetti in tutto il mondo per la sostenibilità del mare. A annunciarlo è la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a Nizza, dall’evento – a latere della Conferenza Onu sugli Oceani – per presentare il Patto Ue per gli Oceani. “Noi vogliamo costruire una forte alleanza globale per l’oceano, perché la lotta per promuovere e proteggere il nostro oceano è una sfida globale”, ha detto la presidente. E dato che “c’è una carenza di finanziamenti per sostenere la conservazione degli oceani, la scienza e la pesca sostenibile”, “sono lieta, orgogliosa e grata di annunciare oggi che l’Europa investirà 1 miliardo di euro in 50 progetti in tutto il mondo: 1 miliardo n progetti per chi vive del mare, investiremo in scienziati e ambientalisti che si impegnano a proteggerlo”.
Progetti che spazieranno dalla promozione della pesca sostenibile in Tanzania alla rigenerazione delle foreste di mangrovie e delle loro filiere di approvvigionamento naturali in Guyana passando per la protezione dei coralli e delle praterie sottomarine che sostengono il 20% degli stock ittici globali. In particolare, dal momento che “la conoscenza è uno degli strumenti più potenti per la conservazione degli oceani”, un terzo del miliardo di euro andrà alla ricerca e a progetti scientifici. E “questo mi sta molto a cuore”, ha specificato. Ciò si aggiunge alla nuova Iniziativa europea per l’osservazione degli oceani, anch’essa annunciata stamane da von der Leyen, che “fornirà dati vitali sugli oceani” e, “grazie alle più recenti tecnologie e alla raccolta dati, come il nostro Digital Twin, ci consentirà di fare previsioni molto accurate sugli oceani. Un approccio scientifico “nuovo” i cui risultati l’Europa condividerà con i suoi partner. Perché “l’Europa crede che la conoscenza sullo stato del nostro pianeta debba essere condivisa e resa disponibile. E l’Europa crede nella libertà della scienza, così preziosa per tutti noi”, ha incalzato la presidente quasi a voler rimarcare la distanza con gli Usa di Donald Trump.
La presidente ha ricordato cosa significhi il mare per il Vecchio Continente: 70.000 chilometri di costa, un europeo su cinque che vive sulla costa, cibo, “una scorta infinita di energia pulita“, collegamenti e commecio, mitigazione del clima e un alleato nella lotta al riscaldamento climatico. “L’oceano è il nostro alleato”, ma “se lo trascuriamo, se lo trattiamo senza rispetto, si rivolterà contro di noi”, ha affermato precisando che sono visibili “i primi impatti”. Dalle tempeste sempre più violente che “devastano le nostre coste” alle comunità costiere che “faticano a sopravvivere grazie al mare”. E a tali elementi si aggiunge il ritorno della “politica di potenza navale, con flotte ostili, esercitazioni di guerra in alto mare e flotte ombra”. Per von der Leyen, “su tutti questi fronti, l’Europa deve pensare come un continente marittimo e comportarsi come una potenza marittima. Dobbiamo assicurarci che l’oceano rimanga nostro alleato”.
In questo scenario si inserisce il Patto europeo per gli Oceani in cui “ci impegneremo a dimezzare l’inquinamento da plastica e nutrienti entro cinque anni, questo obiettivo è raggiungibile”; “ripristineremo gli habitat naturali e proteggeremo le nostre coste in modo più efficace dall’impatto dei cambiamenti climatici: il nostro obiettivo è riportare in vita il 20% degli ecosistemi marini europei entro il 2030” e “consentire all’oceano di immagazzinare ancora più Co2”.
Secondo punto del Patto è la promozione della crescita economica delle comunità costiere. “Destineremo sovvenzioni a progetti di resilienza comunitaria e sosterremo la pesca artigianale come priorità. Collaboreremo con gli Stati membri per garantire un accesso equo e trasparente alle opportunità di pesca e facilitare il rinnovo dei piccoli pescherecci”, ha descritto von der Leyen.
E il Patto aiuterà le flotte pescherecce “a modernizzarsi e decarbonizzare” per far sì che “l’oceano immagazzini Co2 e non subisca più l’impatto dell’inquinamento”. Bruxelles si pone anche l’obiettivo di promuovere “una forza lavoro qualificata di nuova generazione” e di garantire “pari condizioni di concorrenza con i nostri concorrenti internazionali”, anche con un approccio di “tolleranza zero” contro le attività di pesca illegali, non dichiarate e non regolamentate.