Bruxelles – Nella prima metà del 2025, gli attraversamenti frontalieri irregolari verso l’Unione europea sono scesi del 20 per cento a 75.900 grazie a cali significativi nelle rotte del Mediterraneo orientale e dell’Africa occidentale, secondo i dati preliminari raccolti da Frontex.
Sebbene i numeri complessivi siano in calo, la pressione rimane alta nel Mediterraneo centrale e continuano a emergere nuovi corridoi migratori.
Punti principali:
- Forte calo degli arrivi registrato sulle rotte dei Balcani occidentali (-53 per cento), dei confini terrestri orientali (-50 per cento) e dell’Africa occidentale (-41 per cento).
- Il Mediterraneo centrale rimane la rotta migratoria più trafficata dell’UE, con il 39 per cento di tutti gli arrivi irregolari.
- Le nazionalità più frequentemente segnalate: Bangladesh, Egitto e Afghanistan.
Gli attraversamenti attraverso la rotta migratoria del Mediterraneo orientale sono diminuiti di quasi un quarto, raggiungendo le 19.600 unità. Tuttavia, la rotta ha visto un notevole sviluppo negli ultimi mesi con l’emergere del corridoio Libia-Creta. Questo corridoio rappresenta ora il maggior numero di attraversamenti nel Mediterraneo orientale.
Nonostante il calo generale in tutta l’UE, la rotta del Mediterraneo centrale ha visto più di 29.300 attraversamenti irregolari, il 12 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2024.
La Libia continua a essere il principale Paese di partenza per questi viaggi pericolosi, con circa 20.800 migranti arrivati in Italia, con un aumento dell’80 per cento rispetto allo scorso anno.
Un’altra rotta che ha registrato un aumento è quella del Mediterraneo occidentale, dove gli arrivi sono aumentati del 19 per cento rispetto alla prima metà del 2024. Nel solo mese di giugno, il numero di arrivi su questa rotta è raddoppiato rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
L’Algeria rimane il principale Paese di partenza su questa rotta, con un aumento di circa l’80 per cento rispetto al 2024, il che indica che le reti di contrabbando stanno adattando le loro attività e utilizzano sempre più spesso rotte alternative dal Nord Africa.
Al contrario, la rotta dell’Africa occidentale ha registrato un calo significativo. Gli arrivi sono calati di oltre il 40 per cento, con 11.300 rilevamenti nei primi sei mesi di quest’anno e solo 300 attraversamenti segnalati a giugno.
Questa tendenza al ribasso è in gran parte dovuta al rafforzamento degli sforzi di prevenzione da parte dei Paesi di partenza che lavorano in stretta collaborazione con gli Stati membri dell’UE per affrontare la migrazione irregolare alla fonte.
Dietro a questi numeri si nascondono tragiche storie umane, poiché molti migranti intraprendono pericolosi viaggi in mare su imbarcazioni sovraffollate e non idonee, rischiando la vita per attraversare il mare. Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, solo nei primi sei mesi di quest’anno hanno perso la vita nel Mediterraneo 760 persone.
Stretto della manica: La pressione continua a crescere
Nel frattempo, sulla rotta della Manica, i tentativi di raggiungere il Regno Unito da parte dei migranti sono aumentati del 23 pere cento, raggiungendo i 33.200 tentativi tra gennaio e giugno. L’aumento è stato determinato da una serie di fattori, tra cui un numero molto più elevato di giorni con buone condizioni meteorologiche quest’anno, l’uso crescente di “taxi boat” che eludono l’individuazione e un numero maggiore di persone stipate su singole imbarcazioni. Nonostante gli sforzi per far rispettare la legge, la rotta è ancora considerata praticabile dai gruppi di contrabbandieri che rimangono attivi e si adattano rapidamente, senza preoccuparsi molto della sicurezza dei migranti.










![[foto: Mattia Calaprice/Wikimedia Commons]](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/12/Imagoeconomica_1783367-120x86.jpg)