Bruxelles – Sono ore caldissime sul fronte delle negoziazioni tra la Casa Bianca e Bruxelles per mettere fine alla saga dei dazi commerciali che Donald Trump minaccia di imporre sul ‘made in EU’ ormai da mesi. Un fronte che va da Washington alla capitale Ue, fino a Tokyo, dove si trovano oggi i vertici delle istituzioni europee e con cui gli Stati Uniti hanno trovato nella notte uno “storico accordo”. L’Ue potrebbe essere la prossima sulla lista: insieme a Messico e Canada, sono ormai pochi i ‘grandi’ partner con cui l’amministrazione americana non ha ancora trovato un’intesa. Nel frattempo, Bruxelles affila le armi e unisce le due liste di contromisure messe a punto finora, pronte a colpire merci per un valore di 93 miliardi di euro.
È quanto annunciato dal portavoce della Commissione europea responsabile per il commercio, Olof Gill. “Sebbene la nostra priorità siano i negoziati, continuiamo parallelamente a prepararci a tutti gli esiti, comprese eventuali contromisure aggiuntive. Per renderle più chiare, semplici e più efficaci, uniremo le liste 1 e 2 – rispettivamente da 21 e 72 miliardi di euro – in un’unica lista e la sottoporremo agli Stati membri per l’approvazione”, ha spiegato Gill. Precisando che lista non entrerà in vigore in ogni caso “fino al prossimo 7 agosto”.

Nello specifico, la prima lista risale ancora a marzo, annunciata e poi sospesa da Ursula von der Leyen in risposta ai dazi già in vigore sull’acciaio europeo. La seconda, originariamente del valore di 95 miliardi di euro, è stata limata in seguito a una consultazione pubblica nel mese di giugno e prende di mira diverse merci tra cui prodotti agroalimentari, automobili e componenti, macchinari agricoli e industriali, apparecchiature elettriche.
“Sono in corso intensi contatti a livello tecnico e politico. Il commissario (per il commercio, ndr) Maroš Šefčovič parlerà con il segretario al Commercio Usa Howard Lutnick questo pomeriggio, poco prima che la Commissione informi gli Stati membri dell’Ue al Coreper”, ha aggiunto ancora il portavoce Ue. Lo sforzo è massimo, gli scenari molteplici e l’esito ancora del tutto imprevedibile.
In un’intervista rilasciata a Bloomberg, il segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, ha suggerito a Bruxelles di seguire le orme del Giappone, che ha raggiunto un accordo che prevede dazi al 15 per cento su tutti i beni giapponesi importati negli Usa (inferiore al 25 per cento minacciato da Trump ma superiore al 10 per cento in vigore finora) e investimenti nipponici per 550 miliardi in terra americana. Il tycoon, in un post sulla sua piattaforma social Truth, ha rilanciato: “Rinuncerò sempre a qualche punto percentuale di tariffe se riuscirò a convincere i principali Paesi ad aprire i loro mercati agli Stati Uniti”.



![Olof Gill, portavoce della Commissione europea responsabile per questioni di commercio [Bruxelles, 10 febbraio 2025]](https://www.eunews.it/wp-content/uploads/2025/02/olof-gill-350x250.png)
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