Bruxelles – Appaiati fino all’ultimo voto. Nei Paesi Bassi, anche con il 99,6 per cento delle schede elettorali conteggiate, non è ancora chiaro chi abbia avuto più voti alle elezioni per il Parlamento. A contendersi il primato sono il partito liberale di centrosinistra D66 e la formazione di ultradestra PVV, capitanata da Geert Wilders, entrambe con 26 seggi (ma è un crollo per il partito nazionalista, che aveva 37 deputati).
Gli altri risultati parlano di un centro di nuovo vivo. I cristiano-democratici del CDA migliorano rispetto al 2023 aggiudicandosi 18 parlamentari, mentre resta stabile il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia di Mark Rutte (22 seggi). A fare un passo indietro è invece il centrosinistra. Il capogruppo della coalizione Sinistra Verde e Laburisti (GL-PvdA), Frans Timmermans e padre del Green Deal, ha già annunciato le dimissioni. La sinistra ha perso 5 parlamentari rispetto al 2023.

Addio Wilders, ciao Europa
Sebbene il risultato non sia ancora definitivo, a più di 12 ore dalla chiusura delle urne una cosa è certa: la significativa flessione dell’ultradestra di Wilders. Il Partito della Libertà solo due anni fa aveva eletto 37 parlamentari spaventando tutta Europa. Pochi mesi fa aveva sciolto il governo di cui faceva parte per andare ad elezioni anticipate. Ora con un gruzzoletto di 26 esponenti esce ridimensionato dalla tornata elettorale.
Alle sue spalle festeggia Bruxelles. “È un segnale incoraggiante per tutta l’Europa. Le forze liberali e democratiche pro-UE possono tornare a vincere”, si sbilancia l’eurodeputato liberale Sandro Gozi.
A trainare l’exploit che arriva dal centro è Rob Jetten, trentottenne, leader di D66. “Ci siamo riusciti”, ha dichiarato ieri notte davanti a una folla festante, “milioni di olandesi hanno scelto forze positive e una politica che guarda al futuro”. Quello che ora è uno dei possibili prossimi primi ministri è riuscito a portare D66 dai 9 seggi del 2023 ai 26 di questa tornata, un tesoretto che ora deve gestire per costruire alleanze solide.
Le schede da contare
L’esultanza di Jetten è però arrivata qualche ora in anticipo. A sentire le ultimissime stime diffuse dall’emittente statale NOS, il PVV avrebbe superato D66 di 1.382 voti: una manciata di preferenze che rinvigoriscono il leader populista. “Se saremo noi ad avere più voti, dovremo ricevere l’incarico”, sentenzia Wilders. Speranza probabilmente vana, visto che Wilders avrebbe più difficoltà a creare alleanze.
In ogni caso in queste ore ogni preferenza conta. Secondo le informazioni diffuse da NOS, non sarebbero ancora arrivate le 90.000 schede del voto estero e mancherebbe lo spoglio del 20 per cento dei voti di Amsterdam. La verità definitiva si saprà solo tra diverse ore.
D66 wins the Dutch election with 16.7%, narrowly beating PVV.
The result marks a comeback for pro-EU liberals after years of far-right momentum.
With no majority, tough coalition talks lie ahead as Europe watches the Netherlands’ next move. pic.twitter.com/FPJeZVMdZs
— Xavi Ruiz (@xruiztru) October 30, 2025
Le alleanze possibili
Per ora, non resta che fare speculazioni sulla futura conformazione dell’esecutivo. L’ipotesi più concreta è un’alleanza tra D66 e VVD insieme ai cristiano-democratici del CDA. A questa squadra, però, mancherebbero 9 seggi. Secondo il think tank indipendente Centre for European Reform, un’alternativa possibile sarebbe un’unione con il centrosinistra. “Le dimissioni del leader del partito Verdi/Lavoristi (GL/PvdA), Timmermans – si legge in una nota del Centro – potrebbero rendere più facile per il VVD impegnarsi nelle trattative di coalizione con GL/PvdA e i Democratici Cristiani (CDA) sotto la guida di D66.” Uno schieramento che, sebbene presenti posizioni politiche differenti, è del tutto favorevole all’integrazione europea.
La destra estrema c’è ancora
Il think tank, tuttavia, non dimentica di sottolineare che “i risultati delle elezioni olandesi difficilmente segneranno la fine del populismo nei Paesi Bassi. Sebbene il Partito per la Libertà (PVV) abbia perso seggi, il voto di estrema destra si è frammentato”. La formazione di ultradestra JA21, nata solo cinque anni fa, ha eletto 9 rappresentanti. Aumenta i consensi anche il Forum voor Democratie (FvD), che avrà 7 seggi, 4 in più rispetto al 2023. Il partito fa parte a livello comunitario del gruppo radicale “Europa per le Nazioni Sovrane” (ESN).









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