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    Home » Cultura » Giacomo Lariccia, un nuovo disco e 200 mecenati per guardare “Sempre avanti”

    Giacomo Lariccia, un nuovo disco e 200 mecenati per guardare “Sempre avanti”

    Dopo il successo del primo esperimento parte la campagna di finanziamento pubblico per il secondo disco dell'artista italiano. "Racconteremo le storie degli italiani emigrati in Belgio in cerca di lavoro dopo la seconda guerra mondiale".

    Redazione</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/eunewsit" target="_blank">eunewsit</a> di Redazione eunewsit
    10 Aprile 2013
    in Cultura

    Dopo il successo del primo esperimento parte la campagna di finanziamento per il secondo cd
    “Racconteremo le storie degli italiani in Belgio in cerca di lavoro dopo la II guerra mondiale”

    Giacomo Lariccia
    Giacomo Lariccia

    Continua l’avventura musicale di Giacomo Lariccia che dopo il successo del suo secondo album “Colpo di Sole”, finalista al Premio Tenco come migliore opera prima, ci parla del terzo album la cui uscita è prevista per il prossimo autunno. E di un singolare progetto di crowd founding: “Sempre avanti” per coinvolgere, in questa fase embrionale della lavorazione del disco, 200 persone che attraverso la donazione di quote importanti o simboliche potranno partecipare in diversi modi alla realizzazione discografica. I 200 mecenati a cui Sempre avanti si rivolge sono principalmente gli italiani a Bruxelles perché è di loro e delle loro storie che si parla…

    Giacomo, è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ci siamo sentiti, nel frattempo hai avuto riconoscimenti importanti: finalista al Premio Tenco, e al Premio De André. Ora un nuovo disco in cantiere, puoi darci qualche anticipazione?

    Il nuovo disco racconterà le storie degli italiani emigrati in Belgio in cerca di lavoro dopo la seconda guerra mondiale: può sembrare lontano dalle vicende degli attuali “cervelli in fuga” ma credo che la motivazione che li accomuna sia la stessa. Nel disco ci saranno dodici brani e di questi, per mantenere un equilibrio tra impegno e leggerezza, quattro parleranno del tema delle miniere.

    Il prossimo sette giugno terrai un concerto nella miniera di Genk: all’interno della problematica dell’emigrazione quello del lavoro in miniera è un tema che ti è caro…

    Si, ad esempio nel brano dal titolo “Dallo zolfo al carbone” si parla di personaggi che lavoravano nelle miniere di zolfo in Sicilia e tutt’un tratto si spostano a tremila chilometri di distanza per finire in un’altra miniera in Belgio, diversa solo nell’odore perché è quello del carbone. E poi si parlerà del Trattato di scambio tra Italia e Belgio in un momento in cui, come oggi, in Italia c’era poco lavoro e molta manodopera e in Belgio esattamente il contrario. Allora si decise che l’Italia avrebbe ricevuto una quantità di sacchi di carbone per ogni tot di minatori che forniva: ogni uomo valeva sessanta sacchi di carbone. Questo ha aperto i rubinetti dell’emigrazione verso il nord Europa con viaggi allucinanti di persone trasportate dalla Sicilia piuttosto che dal Friuli su carri bestiame che venivano sigillati al passaggio in Svizzera, meta più ambita, per paura che qualcuno potesse gettarsi giù. All’arrivo queste persone venivano smistate in baracche di lamiera fangose… insomma un’epopea pazzesca, una storia non solo di sofferenza, ma un esempio di integrazione da levarsi il cappello se si pensa che oggi abbiamo un Primo Ministro belga, Elio Di Rupo, di origine italiana e che altri nostri connazionali hanno raggiunto una fama mondiale irrorando con il proprio sangue ambienti altolocati come quelli dell’arte e della cultura e non solo.

    E tu ti senti un “cervello in fuga” come molti tra telegiornali e stampa nazionale ti hanno definito?

    Secondo me cervello in fuga è una definizione ipocrita che ci siamo inventati per toglierci dall’imbarazzo di definirci emigrati esattamente come quelli che arrivano su barconi nel sud Italia e vanno a raccogliere pomodori. Cinquant’anni fa esattamente come oggi gli italiani si spostavano in cerca di qualcosa di meglio, sempre di emigrazione si tratta, la sostanza è la stessa ma dire cervello in fuga fa più fico.

    Hai lanciato “Colpo di Sole” un album vivace in un paese, il Belgio, in cui di sole ce n’è ben poco. Quali sonorità faranno da sfondo del nuovo disco?

    Le canzoni saranno sempre ironiche ma lo stile sarà forse un po’ più elettrico. Con Marco Locurcio, il mio produttore artistico, stiamo lavorando per cercare sonorità meno acustiche, più coinvolgenti. Per il momento abbiamo registrato solo tre pezzi, ma stiamo tentando di rinnovarci e siamo alla continua ricerca di qualcosa di nuovo. Di base c’è sempre la canzone d’autore, la voglia di raccontare tessendo una trama che fa da sfondo alle tracce del disco e ai concerti. L’idea è quella di fare belle canzoni che accompagnino il pubblico in un percorso che intreccia storia e fantasia a partire dal modo in cui è sistemata la scaletta.

    Si può dire che questo esperimento di finanziamento collettivo stia funzionando piuttosto bene e che faccia ormai parte del tuo modo di lavorare … ma davvero dopo il successo di Colpo di Sole non avete trovato un vero e proprio produttore?

    Beh in realtà l’abbiamo cercato… con molta poca convinzione! Pensiamo che sia decisamente più interessante avere il sostegno delle persone: una rete umana che allarga la conoscenza del disco attraverso il passaparola, esattamente come avviene in rete. È meglio avere 200 produttori che uno solo!

    E poi ci troviamo in una fase di transizione, non si capisce dove la discografia stia andando perché i dischi non si vendono più ma stamparli è un passaggio obbligato… non voglio fare il Grillo della situazione, ma il cd è ormai un cadavere e se si vuole guardare al futuro bisogna puntare ai social network, al passaparola e alla smaterializzazione dei contenuti… io non so ancora bene quali strade prenderà la discografia, ma una cosa è certa: il crowd founding è il tassello del futuro perchè fare un disco in due diventa sempre più pesante, ma coinvolgendo 200 o 300 persone intorno è un’altra cosa.

    È ciò che hai fatto con Avventura in Musica, il progetto che ti ha permesso, attraverso le donazioni di 100 supporters di produrre Colpo di Sole. Ora ci riprovi con Sempre avanti; ci spieghi di cosa si tratta esattamente?

    Sempre avanti è un progetto di raccolta collettiva di fondi che andranno a finanziare il mio nuovo lavoro la cui uscita è prevista per il prossimo autunno. È un’idea che si inserisce all’interno di un progetto artistico più grande che punta a coinvolgere gli ascoltatori non solo al momento dell’uscita del prodotto finale, della serie “compratevi il disco”, ma permettendo agli interessati di partecipare direttamente ad alcune fasi della produzione. Come ho già dimostrato con la lunga serie dei Concerts chez moi, i concerti a casa della gente, un mezzo che mi consente di raccontare alle persone l’anima del disco in modo intimo e diretto, sono i rapporti umani quelli che contano e soprattutto il contatto che un artista riesce a tenere con il suo pubblico. Ora, dopo un disco da cantautore e uno da chitarrista, per giunta molto fortunato, il terzo album indica la voglia di non fermarsi, di guardare al futuro anche in termini musicali e di andare sempre avanti nei momenti di successo come in quelli di crisi.

    In quale modo si può partecipare alla realizzazione del tuo disco?

    Ci sono diverse forme e modalità di partecipazione che sono elencate sul sito internet Sempreavanti.eu. A seconda del tipo di donazione i sostenitori potranno partecipare o assistere alla registrazione di alcuni brani e dei videoclip,image (5) scegliere il primo singolo da far uscire, ricevere cd o assistere a concerti…

    Dunque meno cd e più brani autoprodotti con l’aiuto della rete: l’editoria on line e i rischi per la tutela del copyright che hanno procurato notti insonni a molti tuoi colleghi non ti preoccupano…

    No, ci sono siti come Deezer e Spotify che permettono l’ascolto di musica in streaming attraverso un abbonamento di dieci euro al mese; il sistema di pagamento delle royalties funziona molto bene e il conteggio, che corrisponde al numero di ascolti avuti, è molto preciso. Anzi, il vantaggio di poter avere i propri brani on line ti permette di essere ascoltato in tutto il mondo; ad esempio alcune radio polacche e argentine hanno passato i miei pezzi dopo averli intercettati su you tube.

    A proposito di fondi, hai rifiutato quello che in Belgio si chiama lo “Statuto dell’artista” che dà diritto ad un sostegno finanziario a chi esercita la professione artistica secondo determinate condizioni, come mai?

    Ho pudore ad accedere a fondi che non arrivano dal mio lavoro.

    Loredana Recchia

    Per tutte le informazioni su come effettuare le donazioni e per conoscere le date dei concerti visitare il link www.sempreavanti.eu oppure  www.giacomolariccia.com.

    Un’anteprima del disco sarà disponibile su Eunews da settembre prossimo

    Tags: "Sempre avanti"Elio Di RupoGiacomo LaricciaLoredana Recchia

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