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Immigrazione, Bonino: tra i disperati rischio infiltrazioni jihadisti e qaedisti

Immigrazione, Bonino: tra i disperati rischio infiltrazioni jihadisti e qaedisti

Secondo il ministro degli Esteri in arrivo dalla Libia anche esponenti di gruppi che possono costituire una “minaccia alla sicurezza”. Mauro: “I servizi ci hanno messo in guardia”

Secondo il ministro degli Esteri in arrivo dalla Libia anche esponenti di gruppi che possono costituire una “minaccia alla sicurezza”. Mauro: “I servizi ci hanno messo in guardia”

Bonino2C’è il versante umanitario, perché il traffico degli esseri umani “è un reato odioso” ma da tenere in conto, quando si affronta il tema immigrazione, c’è anche una “questione sicurezza che si sta facendo sempre più forte”. Sì, perché “tra questi disperati” che approdano sempre più numerosi sulle coste italiane, “non ci sono solo donne e bambini”: ci sono sospetti che tra loro “ci siano anche elementi provenienti da gruppi jihadisti, qaedisti”. A lanciare l’allarme è il ministro degli esteri, Emma Bonino parlando in conferenza stampa dopo il Consiglio Affari esteri in corso a Bruxelles. Non si tratta soltanto di una paura: la “minaccia alla sicurezza” come Bonino la definisce senza volere usare il termine terrorismo, è ormai provata da “spezzoni di informazioni che cominciano a diventare consistenti”.

A complicare questo rischio, spiega il ministro degli esteri, è il fatto che la Libia “si conferma come un Paese sull’orlo del fallimento, in uno stato di grandissima fragilità”. In questo “collettore fuori da qualunque controllo” transitano droga, armi, ma anche esponenti di gruppi che possono portare, una volta in Europa, una serie di altre minacce. La preoccupazione per la sicurezza, assicura Bonino parlando insieme al ministro della Difesa, Mario Mauro, è stata fatta presente nel corso del Consiglio “ed è stata recepita da tutti i colleghi”.

“Aumenta la percezione che si tratta di un problema reale per la sicurezza e aumenta la preoccupazione sul piano delle conseguenze” conferma anche Mauro aggiungendo: “Abbiamo un mare di informazioni. In Libia ci sono 30 brigate armate l’una contro l’altra, alcune anche impegnate nei traffici. Un contesto frammentato in cui si infiltrano gruppi di diverse tendenze. Ne abbiamo parlato con i servizi che ci hanno sempre messo in guardia”.

A Bruxelles i due esponenti del governo italiano avevano portato la proposta di lanciare un’operazione militare dell’Ue contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. Iniziativa che, nelle intenzioni, dovrebbe portare all’avvio di un processo per sostenere gli sforzi che l’Italia sta “unilateralmente” facendo con “Mare Nostrum”. Su questo però una decisione è stata rimandata: “E’ stato avviato un lavoro, non è stato archiviato” assicura Bonino ma “la questione sarà approfondita” nelle prossime settimane per provare ad arrivare “a decisioni operative, speriamo già al prossimo Consiglio”.

Letizia Pascale

 

 

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