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    Home » Editoriali » Vitate quaecumque vulgo placent

    Vitate quaecumque vulgo placent

    Diego Marani di Diego Marani
    10 Febbraio 2014
    in Editoriali
    Lucio Anneo Seneca
    Lucio Anneo Seneca

    “Evitare tutto quello che piace al popolo” diceva Seneca e questo forse dovrebbe cominciare a essere il principale criterio della politica se vogliamo avere qualche speranza di tirarci fuori d’impiccio. Quel che piace al popolo spesso non è neanche quel che è nell’interesse del popolo. Ma il popolo lo vuole e allora bisogna darglielo. Nessuno ha la lucidità di andargli a spiegare come stanno le cose ma tutti si prostrano ai suoi deliri pur di averne il voto.

    La scheda elettorale può davvero uccidere se lasciata in mano a razzisti e xenofobi. Lo dimostra lo scellerato referendum svizzero e fra le tante, anche una cosa molto più preoccupante di quei ventimila razzisti di troppo che hanno votato la chiusura delle frontiere elvetiche ai lavoratori europei. Dimostra che anche in Svizzera come nell’UE nessuno si rende bene conto di cosa voglia dire la chiusura delle frontiere e il ritorno alle dogane. A questo punto bisognerebbe con coerenza lasciare che i nuovi mercantilisti prendessero il potere: durerà un pomeriggio.

    Aspettiamo al varco al Parlamento europeo tutti gli antieuropeisti dalle folgoranti idee come l’uscita dall’euro e il ripristino dei dazi. Saranno i loro stessi elettori a appenderli per i piedi quando imboccassero una strada simile. O più realisticamente, saranno loro i primi a cambiare idea. Quel che è disonesto è che loro stessi non hanno mai pensato seriamente di perseguire obiettivi tanto deliranti. Ma con sciagurata leggerezza usano questi argomenti per ingannare i loro elettori, diffondendo disinformazione e pregiudizio, paure e falsità. Tutti gli ingredienti che hanno prodotto la sciagurata decisione svizzera, solo un’anteprima di quel che ci aspetta a giugno.

    Salvini oggi esulta e dice che Bruxelles inizi pure a tremare. Tremerà lui quando gli elettori leghisti si vedranno rispedire indietro dalla dogana di Chiasso le merci che tanto preziosamente esportano e quando vedranno i loro operai polacchi e le loro badanti rumene rimpatriati per eccesso di stranieri. Sfortunatamente per lo spettacolo, questo non accadrà. Qualcuno troverà il modo di far rifare il referendum agli svizzeri o di aggirarne il risultato e tutto continuerà fortunatamente come prima. Ma allora viene da chiedersi che senso abbia la democrazia quando decisioni così importanti vengono lasciate alle ugge del popolo bue. E soprattutto a chi conviene che il popolo resti perennemente bue.

    Diego Marani

    Tags: diego maranipopoloreferendumsvizzera

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