Ogni anno, in Europa, oltre tre milioni di lavoratori subiscono gravi incidenti sul lavoro, di questi circa 4 mila rimangono uccisi. È ancora inaccettabile il livello di sicurezza per gli oltre 217 milioni di lavoratori nell’Unione europea. Secondo un rapporto dell’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, oltre il 24,2% dei lavoratori ritiene che la propria sicurezza sia a rischio durante le ore di lavoro mentre ben uno su quattro crede che l’impiego abbia avuto effetti negativi sulle proprie condizioni di salute.
Si tratta di un costo insostenibile, non solo a livello umano ma anche economico. Le assenze dal lavoro si pagano anche in termini di Pil. In Germania, ad esempio, i 460 mila giorni di “congedo per malattia” persi ogni anno si sono trasformati in una perdita di produttività pari al 3,1% del prodotto interno lordo del Paese. E i costi crescono anche per il sistema sanitario. Nel Regno Unito, ad esempio, i costi che il governo ha dovuto sostenere per infortuni e malattie professionali, per l’anno 2010/2011, hanno sfiorato i tre miliardi di euro.
Di fronte a queste cifre, l’Ue tenta di correre ai ripari: la Commissione ha presentato un nuovo quadro strategico in materia di salute e sicurezza sul lavoro per il periodo 2014–2020, che individua le sfide e gli obiettivi strategici principali e presenta le azioni chiave per affrontarle. Tre, secondo l’esecutivo Ue, i grandi temi su cui lavorare. Per prima cosa occorre migliorare l’attuazione delle norme esistenti, in particolare rafforzando la capacità delle piccole imprese di mettere in atto misure di prevenzione. Poi si deve migliorare la prevenzione delle malattie professionali e terzo, bisogna tenere conto dell’invecchiamento della forza lavoro dell’UE.
Per affrontare queste sfide, il quadro propone diverse azioni: consolidare le strategie nazionali anche attraverso il coordinamento tra Paesi e l’apprendimento reciproco, fornire un sostegno alle piccole imprese, migliorare l’applicazione delle norme da parte degli Stati membri, aumentando i controlli anche attraverso ispettori nazionali. E ancora semplificare la legislazione esistente per eliminare gli oneri amministrativi inutili, migliorare la raccolta dei dati statistici e sviluppare strumenti di monitoraggio, rafforzare il coordinamento con le organizzazioni internazionali.
“Le persone hanno il diritto di lavorare senza dover affrontare pericoli per la loro salute o la loro sicurezza sul luogo di lavoro”, ha commentato il commissario europeo al lavoro, László Andor, ricordando: “Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali colpiscono tutti i settori e le professioni, che il lavoratore sieda a una scrivania o alla guida di un camion o che lavori in una miniera o un cantiere, e non solo causano sofferenza personale, ma impongono anche costi elevati per le imprese e per la società nel suo insieme”. Secondo Andor il nuovo quadro aiuterà a migliorare “la qualità del lavoro e della soddisfazione sul lavoro, aumentando al contempo la competitività e la produttività delle imprese europee, specialmente quelle piccole”.