L’incontro non era previsto, il dialogo è stato di pochi minuti ma il messaggio è quello che si aspettava da mesi: stop al “bagno di sangue” in Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin e il neo eletto presidente ucraino, Petro Poroshenko, si sono incontrati in Normandia, a margine delle celebrazioni per il 70esimo anniverario del D-Day e, per la prima volta dall’inizio della crisi, Mosca e Kiev hanno mostrato una volontà comune: è il momento del cessate il fuoco, occorre andare verso una “rapida fine dello spargimento di sangue nel sud-est dell’Ucraina e delle ostilità da entrambi i lati”, filorussi e forze armate ucraine. A confermare la notizia è stato lo stesso portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov e, secondo fonti vicine all’Eliseo, le modalità del cessate il fuoco dovrebbero essere discusse già nei prossimi giorni.
In Normandia Putin ha parlato anche con il presidente francese Francois Hollande, con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, con cui si è andati alla ricerca di un “compromesso” sulla questione Ucraina, e con il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, incontro anche questo non previsto. Anche con l’inquilino della Casa Bianca la tensione sembra allentarsi: “I due leader – ha spiegato il portavoce del Cremlino – hanno avuto l’opportunità di scambiarsi opinioni sulla situazione in Ucraina, così come sulla crisi nella parte orientale del Paese. Putin e Obama hanno sostenuto la necessità di una rapida riduzione della violenza e delle ostilità”.
Merkel avrebbe invitato Putin ad assumersi la sua “grande” parte di responsabilità nella soluzione della crisi ucraina mentre nel corso del colloquio con Hollande, ha fatto sapere il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius si sarebbe parlato di “cosa si può fare per giungere ad un cessate il fuoco” e “ di cosa fare per risolvere la questione anche sul piano economico, riguardo al conflitto sul gas”.
Almeno dal punto di vista diplomatico, sembra insomma che le tensioni comincino ad allentarsi. Sul terreno, però, si contina a combattere e si continuano a contare i morti. Ancora oggi un poliziotto è stato ucciso e due altre persone sono state ferite in un attacco separatista a colpi di mortaio nei pressi di sloviansk, bastione degli insorti armati filorussi nell’est dell’ucraina. Questo quanto comunica il ministero degli interni di Kiev. Ma continuano anche gli attacchi dell’esercito ucraino, anche nelle zone urbane delle zone controllate dai separatisti. Raid che, come accaduto pochi giorni fa a Lugansk, stanno facendo numerose vittime anche tra i civili.