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Allarme Nato: Nel 2015 pressioni russe ancora più forti, in futuro sicurezza in pericolo
Alexander Vershbow

Allarme Nato: Nel 2015 pressioni russe ancora più forti, in futuro sicurezza in pericolo

Alexander Vershbow, vicesegretario generale dell'Alleanza atlantica, avverte: “ancora meno prevedibilità del periodo sovietico, e la situazione non cambierà a breve”

“Nel 2015 possiamo aspettarci una pressione più forte della Russia contro i suoi vicini e una posizione di ostilità nei confronti della Nato”. L’Alleanza atlantica mette in guardia: siamo di nuovo in una fase storica in cui l’occidente si confronta con il gigante russo. Il vicesegretario generale della Nato, Alexander Vershbow, fa capire che stiamo tornato indietro alle logiche della guerra fredda. “L’atteggiamento della Russia pone in discussione molti dei principi su cui abbiamo combattuto per costruire un ordine di sicurezza in Europa”, mette in guardia in occasione del suo intervento del Nobel Institute di Oslo. L’effetto di questo mutato atteggiamento russo è che “dovremo viverne le conseguenze per i prossimi anni a venire”. Questo significa che non ci si può permettere di disinvestire nella difesa, come più e più volte ripetuto dalla Nato anche ben prima della crisi nella relazioni con il Cremlino. Ma soprattutto adesso “dobbiamo tradurre in pratica il Piano d’azione comune, completamente e in tempo”. Il che significa che “ciascuno si deve assumere le proprie parti di responsabilità comuni”, e quindi investire il 2% del Pil nazionale in difesa.

Il vice di Jens Stoltenberg evoca scenari da nuova guerra fredda. Del resto lo si capisce anche dalla lotta a colpi di propaganda: la Russia usa toni nazionalisti, e l’Ue ha da poco deciso di preparare una campagna di contro-comunicazione che riporta alla mente la contrapposizione ideologica dell’era dei due blocchi, quando la Russia si chiamava ancora Unione sovietica. Ma dalla fine dell’Urss Mosca “non ha mostrato interesse nelle nostre aperture per nuovi impegni sul controllo delle armi convenzionali e nucleari”, con il risultato che “invece di più prevedibilità e fiducia ne abbiamo meno, anche meno rispetto al periodo sovietico”. Il problema, evidenzia Vershbow, è che la situazione non cambierà a breve. “La Russia sta pagando come deve per le sue aggressioni: le sanzioni stanno colpendo, le fughe di capitali aumentano, e gli stili di vita russi peggiorano. Ma non possiamo aspettarci un cambiamento immediato”.

 

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