Bruxelles – In Europa c’è “un profondo squilibrio” tra il carico fiscale di multinazionali e Pmi, con queste ultime che pagano il 30% di tasse in più, una situazione “inaccettabile”. Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha lanciato in un dibattito al Parlamento di Strasburgo l’ennesimo j’accuse contro la pianificazione fiscale aggressiva dei grandi gruppi internazionali. Lo ha fatto presentando il pacchetto dell’esecutivo comunitario contro l’evasione fiscale.
A livello di imprese, ha affermato, “c’è un profondo squilibrio tra Pmi e multinazionali”, dovuto al fatto che queste ultime “hanno modo di fare una pianificazione fiscale aggressiva”, spostando spesso i profitti dove vengono tassati di meno. “Non dico che lo fanno tutte, non faccio un processo alle intenzioni”, ha precisato Moscovici, secondo cui però “grazie ai loro uffici legali e le risorse di cui dispongono hanno modo di farlo”. E la conseguenza è che le Pmi, che “sono il nocciolo duro” dell’economia europea, “sono svantaggiate da questa distorsione della concorrenza” che va “a discapito di chi paga” la giusta quota di tasse. Il commissario ha spiegato che secondo gli studi della Commissione le Pmi “hanno un carico fiscale più elevato del 30%” rispetto alle multinazionali, e questa è “una situazione inaccettabile e che non può perdurare”.
Con le misure presentate dalla Commissione la scorsa settimana Bruxelles, ha dichiarato Moscovici, “vuole attaccare la pianificazione aggressiva delle delle multinazionali che hanno modo di eludere le tasse, e vuole ristabilire una concorrenza fiscale equa”. Per farlo, ha concluso, bisogna uniformare la situazione europea perché al momento “alcuni Stati hanno già preso misure in questo senso ma non tutti”, e così quello che si realizza è un “quadro particolarmente iniquo con le misure di certi Stati che si contrappongono a politiche permissive di altri”.