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Appello di Tusk:

Appello di Tusk: "Migranti illegali non venite in Europa, è tutto inutile"

Da Atene il presidente del Consiglio europeo assicura che non ci sono piani per escludere la Grecia da Schengen. Tsipras: "Basta misure unilaterali, sanzioni per i Paesi che non rispettano le regole"

Bruxelles – “Non venite in Europa. Non credete ai trafficanti. Non mettete a rischio le vostre vite e i vostri soldi. È tutto per nulla”. È un appello rivolto direttamente ai migranti, quello che il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, lancia da Atene. Non a chi fugge dalla guerra, ma piuttosto ai “potenziali migranti economici illegali”, li definisce Tusk, quelli che tentano il viaggio della speranza per trovare una vita migliore, ma che non hanno diritto alla protezione internazionale e dovrebbero dunque essere rimpatriati nel Paese di origine. “La Grecia o ogni altro Paese europeo – chiarisce il presidente del Consiglio europeo – non sarà più un Paese di transito. Le regole di Schengen torneranno ad essere messe in atto”. Una sottolineatura rivolta ai migranti che, se fosse vero, resterebbero bloccati in Grecia, Paese che certo non vogliono come propria destinazione finale, ma anche al governo di Atene. “Come abbiamo concordato due settimane fa” nel corso dell’ultima riunione dei leader, “dobbiamo mettere fine al cosiddetto processo del ‘lasciar passare’” i migranti, cosa che “sta succedendo anche mentre parliamo”, bacchetta Tusk.

Ma se è vero che la risposta di Atene alla crisi dei rifugiati non è perfetta, è vero anche che “la Grecia e il popolo greco stanno pagando un prezzo molto alto per un problema che non hanno creato”. E di fronte a questo “l’Unione europea non lascerà la Grecia da sola”, assicura Tusk: “Escludere la Grecia da Schengen non è né un fine né un mezzo in questa crisi. La Grecia è parte di Schengen, dell’area euro e dell’Unione europea e lo rimarrà”, ribadisce.

Perché la situazione possa migliorare, occorre piuttosto “costruire un consenso europeo basato su decisioni e regole comuni”, continua Tusk rivolto ora alle altre capitali. “Dobbiamo evitare divisioni tra noi – insiste – perché queste non ci portano in alcun modo più vicini a una soluzione, ma erodono soltanto la fiducia”. Così le “decisioni unilaterali senza coordinamento preventivo, per quanto comprensibili nel contesto nazionale, sono nei fatti dannose per lo spirito di solidarietà europea”.

E contro le misure unilaterali degli altri Stati membri si scaglia anche il premier greco, Alexis Tsipras che chiede “che tutti i Paesi rispettino i trattati e che ci siano sanzioni per quelli che non lo fanno”. Richiamo rivolto particolarmente all’Austria che con la sua chiusura ha scatenato l’ingorgo balcanico che sta mettendo a dura prova Atene. “Chiediamo che le azioni unilaterali finiscano in Europa”, sottolinea Tsipras. A Tusk il premier assicura che il Paese continuerà a fare tutto il possibile per assicurare che nessun migrante o rifugiato sia lasciato senza aiuto. “Faremo ogni sforzo per applicare il trattato di Schengen e la convenzione di Ginevra. Non respingeremo le persone in mare, mettendo a rischio le vite dei bambini”, promette. Ma il Paese, aggiunge, non può portare tutto il peso da solo: “Non permetteremo che la Grecia o qualsiasi altro Paese sia trasformato in un magazzino di anime”, chiarisce Tsipras, secondo cui “siamo in un momento cruciale per il futuro dell’Europa”.

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