Bruxelles – Vietare le sigarette elettroniche. Subito e senza scrupoli, perché, anche se le analisi non sono complete, in sostanza fanno male come quelle tradizionali. Con questa posizione molto determinata, espressa dalla direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, si aprirà il dibattito nella prossima Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco (Fctc) che è una sorta di agenzia dell’Oms che lavora alla riduzione dell’uso del tabacco nel Mondo.
Quella che dunque molti fumatori interpretano come la via per salvarsi dai mali della sigaretta tradizionale e che tanti medici vedono come effettiva via di decisa riduzione del danno potrebbe dunque avere un breve futuro davanti a se. “Tutti i governi dovrebbero vietare le sigarette elettroniche o i sistemi elettronici a rilascio di nicotina”, ha detto di recente Margaret Chan, Dg dell’Oms, seguendo la posizione della sua organizzazione, che in uno studio diffuso nel 2015 affermava che anche il fumo elettronico libera sostanze che possono causare il cancro anche se “a livelli più bassi rispetto al fumo del tabacco”, ammettendo che al momento non è certo “quanto effettivamente siano meno tossiche”.
Nel mondo medico però questa posizione non è generalmente condivisa. Secondo Kevin Fenton, direttore del reparto Salute e benessere di Public Health Enland “le e-cig non sono completamente esenti da rischi, ma rispetto al fumo del tabacco le prove dimostrano che provocano danni in maniera molto ridotta”. Insomma, non un prodotto privo di rischi, ma molto meno pericoloso di una normale “bionda”. C’è però chi invece alla sigaretta elettronica ci crede. E’ ad esempio Umberto Veronesi, membro del Comitato scientifico internazionale sulla sigaretta elettronica, il quale crede “nelle potenzialità” di questo tipo di fumo “come strumento di lotta al tumore del polmone e agli altri tumori correlati al tabacco”. Anzi, secondo Veronesi, “le sigarette elettroniche non hanno alcuna azione cancerogena”.
Il problema sembra essere che non esistono prove scientifiche che la sigaretta elettronica sia dannosa come quella tradizionale, e neanche su fatto che lo sia in assoluto (pur se non si può provare al momento neanche il contrario). Certo è che da analisi effettuate sul mercato la quasi totalità degli utilizzatori di sigaretta elettronica sono fumatori o ex fumatori di sigarette tradizionali. Sembra insomma che questo tipo di fumo non attragga persone che non hanno già “il vizio”.
La conferenza annuale si svolgerà a Delhi, in India, dal 7 al 12 novembre prossimi e i cosiddetti “prodotti di nuova generazione”, con il grande giro di affari che muovono, saranno al centro del dibattito e potrebbero essere bocciati senza appello. Forse ancor più di quanto lo sia la diffusione del fumo tradizionale o la lotta al contrabbando o analizzate le questioni regolatorie e fiscali. Nulla è trapelato sui lavori preparatori, anche perché la stampa non è stata ammessa alle sessioni di lavoro preparatorie della Conferenza.