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Moscovici: Uber e Airbnb pongono la questione della tassazione dei nuovi business-model
Pierre Moscovici - foto Commissione europea

Moscovici: Uber e Airbnb pongono la questione della tassazione dei nuovi business-model

Il commissario Ue per gli Affari economici: "Le nuove tecnologie portano nuovi paradigmi di crescita, e dobbiamo alimentarli"

Bruxelles – Uber e Airbnb impongono una presa di coscienza: l’economia sta cambiando, e la politica fiscale deve adeguarsi al cambiamento accompagnandolo. Le nuove iniziative economiche non vanno rifiutate, al contrario vanno accettate e regolamente. “Le nuove tecnologie e i nuovi modelli di business portano nuovi paradigmi di crescita, e dobbiamo alimentare questi fenomeni, con un modello equo di tassazione”, ha detto il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, partecipando alla conferenza sulla modernizzazione della politica fiscale organizzata dallo European Policy Center.

Uber e Airbnb (il servizio di trasporto passeggeri offerto da privati, e il servizio di alloggio offerto sempre da privati su internet e con applicazioni per smartphone) sono forse i principali esempi di un mondo che cambia, e che pone degli interrogativi. “Modernizzazione, digitale e nuove tecnologie devono essere integrate nelle nostre politiche, incluse quelle fiscali”. L’economia collaborativa, di cui Uber e Airbnb sono il prodotto, “sta crescendo alla velocità della luce, e pone problemi su dove, come e quando tassare queste realtà come Uber o Airbnb”. Che si tratti di economia tradizionale e economia digitale, “tutto deve essere tassato, perché se non si tassa l’uberizzazione della società, l’economia tradizionale soffre per questi aiuti” fiscali.

Già, ma come riconoscere e tassare attività come BlaBlaCar, Uber, o Fred? La Commissione europea non lo sa. Anche perché la materia ricade tra quelle la cui competenza è squisitamente nazionale. Dovranno essere gli Stati membri a decidere, in caso, a sviluppare una legislazione europea. Finora hanno agito in ordine sparso. L’esecutivo comunitario però la domanda se l’è posta e ha aperto il dibattito. A giugno è stata presentata una comunicazione sull’economia collaborativa (o “sharing economy”), l’insieme dei “modelli imprenditoriali in cui le attività sono facilitate da piattaforme di collaborazione che creano un mercato aperto per l’uso temporaneo di beni o servizi spesso forniti d a privati”, secondo la definizione di Bruxelles.

La Commissione europea stima che solo nel 2015 l’attività economica di modelli nuovi quali Uber ed Airbnb, abbia prodotto ricavi lordi totali per 28 miliardi di euro, e si ritiene che queste “in futuro” cifre possano oscillare tra 160 miliardi 572 miliardi. Cifre più facilmente tassabili, dato che il business si fa sul web, dove tutto è più facilmente tracciabile. Vuol dire meno possibilità di evasione. Un dato non da poco, dato che ogni anno l’Ue patisce danni per 160 miliardi di euro dovuta al mancato versamento della sola Iva. “Il commercio elettronico semplifica le procedure e riduce l’evasione”. Di questo Moscovici non ha dubbi, e proprio per questo “abbiamo bisogno di più Europa per rispondere alle sfide che dobbiamo affrontare”.

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