Bruxelles – A meno di due anni dalla sua ultima visita, Putin torna in Ungheria. Oggi il premier Viktor Orban lo riceve a Budapest per rafforzare ulteriormente la cooperazione con la Russia. Un incontro che ha poco di sorprendente, vista la recente svolta pro-Putin del primo ministro ungherese, ma che non farà piacere a Bruxelles. Si tratta della sesta riunione tra i due leader dal 2010.
Orban sembra puntare forte sull’asse con Mosca, per diversi motivi. Innanzitutto per pragmatismo, vista la quasi completa dipendenza energetica del suo paese dalla Russia. Si calcola che in Ungheria oltre il 75% petrolio e il 60% del gas naturale vengano importate dall’ex Urss. Nell’incontro di oggi si discuterà quindi del rinnovo dei rifornimenti energetici all’Ungheria. Un elemento fondamentale per Orban, che punta ad essere riconfermato alle elezioni parlamentari del 2018. In cambio, potrà promettere a Putin il suo impegno a far rimuovere le sanzioni europee contro la Russia.
Ma c’è anche un motivo politico dietro all’avvicinamento dei due leader. Orban, noto per le sue posizioni euroscettiche e per il suo ostruzionismo alle decisioni dell’Ue in tema di immigrazione, potrebbe provare a sfruttare il dialogo con Putin per mettere pressione a Bruxelles. Il premier ungherese ha più volte annunciato di desiderare un ritorno a un’Europa degli Stati, basata su “relazioni bilaterali”, con un ruolo molto limitato per le istituzioni comunitarie. In questo senso, Budapest sembra vedere nell’asse con Putin un utile strumento per aggravare la crisi del consenso pro-Ue ancora in voga nei maggiori paesi membri.
In attesa di vedere un’Unione europea divisa tra tanti interessi nazionali, Orban ha gioito dell’insediamento di Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti. La nuova presidenza americana apre infatti nuove possibilità ai rapporti tra Budapest e Mosca. Come ha spiegato recentemente il ministro degli esteri ungherese, Peter Szijjarto, durante una visita nella capitale russa: “Finora, ogni volta che tentavamo di migliorare le nostre relazioni bilaterali [con la Russia] dovevamo affrontare la pressione americana per non farlo. Ora non ci sarà nessuna pressione da parte degli Stati Uniti”.