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L'Ue richiama l'Italia per lo smog, rischio deferimento alla Corte

L'Ue richiama l'Italia per lo smog, rischio deferimento alla Corte

Inviato al nostro Paese un parere motivato, seconda fase della procedura di infrazione, per l'eccesso di emissioni di biossido di azoto. Sotto accusa diverse città tra cui Roma, Milano, Firenze e Torino

Bruxelles – La Commissione europea invia un ultimo avvertimento all’Italia chiedendole di fare qualcosa per porre fine alle ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto (NO2), emissioni causate dal traffico stradale. Bruxelles ha mandato al nostro Paese, nonché a Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, un parere motivato, la seconda fase di una procedura di infrazione, l’ultimo avvertimento appunto prima del deferimento alla Corte di giustizia. Sotto accusa ci sono nove città (Roma, Genova, Milano, Bergamo, Brescia, Torino, Firenze, Campobasso e Catania), aree industriali in Sicilia, la zona costiera della Toscana e la pianura lombarda. Tra le eventuali misure volte a ridurre le emissioni inquinanti la Commissione suggerisce la riduzione globale dei volumi di traffico, la scelta dei combustibili utilizzati, il passaggio ad autovetture elettriche, sebbene spetti alle autorità dello Stato membro scegliere le misure idonee per far fronte al superamento dei limiti di NO2.

L’invio di un parere motivato, che era già stato anticipato da articoli sulla stampa italiana, non era atteso dal governo italiano che ora dovrà provare a correre ai ripari. L’Italia ha due mesi per rispondere alla Commissione e non potendo risolvere il problema in questo periodo troppo breve dovrà almeno fornire delle spiegazioni convincenti e un piano per rientrare dalla crisi se vuole che la Commissione ci conceda un po’ di tempo e non passi al deferimento. Al momento le infrazioni aperte contro l’Italia sono 72.