dal nostro inviato
Strasburgo – Sono passate due settimane dall’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung in cui parlava dei Paesi in crisi che spendono i soldi “in donne e alcool” e poi chiedono aiuto, ma la polemica contro Jeroen Dijsselbloem non accenna a placarsi. Il presidente dell’Eurogruppo, di cui chiedono tutti le dimissioni dai socialisti ai popolari, dopo aver rifiutato l’ennesimo invito a venire a parlare al Parlamento europeo della crisi greca, segno della paura di trovarsi sulla graticola, prova a gettare acqua sul fuoco inviando una lettera agli eurodeputati per spiegare il senso delle sue parole.
“Nei giorni successivi alla pubblicazione dell’intervista le mie parole sono state collegate alla situazione nei paesi dell’Europa meridionale negli anni della crisi. È molto spiacevole che sia stato fatto questo collegamento perché non era quello che avevo detto. E certamente non era quello che intendevo”, scrive Dijsselbloem.
“Purtroppo alcune persone si sono sentite offese dal modo in cui mi sono espresso. La scelta delle parole è ovviamente personale, come lo è la maniera in cui vengono accolte”, ha aggiunto Dijsselbloem promettendo: “Starò ancora più attento in futuro perché non è mai stata mia intenzione insultare la gente”.