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L'EDITORIALE

di Lorenzo Robustelli
Direttore di Eunews Follow @LRobustelli
Brexit, l'accordo è fatto
Michel Barnier, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk vanno verso la conferenza stampa finale del Consiglio europeo.

Brexit, l'accordo è fatto "e non si cambia". Ora deve essere approvato dal Parlamento britannico

Il leader europei e la premier britannica fanno pressione sui brexiters più duri: prendere o lasciare. Barnier :"Ognuno si prenda le sue responsabilità"

Bruxelles – L’accordo per la separazione tra Unione europea e Regno Unito imposto dalla Brexit è fatto, e non si cambia più. Anche la “Dichiarazione politica“, 26 pagine su come impostare le future relazioni bilaterali, è stata approvata dai Capi di Stato e di governo dell’Ue. Tecnicamente quello di oggi è stato solo un voto di indirizzo, dovrà poi nelle prossime settimane arrivare un passaggio formale al Consiglio dei ministri dell’Unione, ma nulla potrà cambiare. E nulla potrà cambiare neanche con il necessario voto del Parlamento europeo, che arriverà probabilmente a gennaio.

Il messaggio uscito oggi a Bruxelles dal vertice straordinario è semplice ed esplicito: “Questo è l’accordo, prendere o lasciare”, dicono i vertici dell’Unione, e la premier britannica Theresa May aggiunge che è “il miglior accordo possibile”, cosa che gli europei non possono dire, perché per loro il miglior accordo possibile è quello con il quale si entra e si resta dentro l’Unione.

Sia l’Unione sia May insistono sul punto, perché non è più tempo di negoziati, non c’è neanche più tempo prima della notte tra il 29 e il 30 marzo, data di uscita di Londra dall’Ue. E’ una pressione chiara verso i “brexiters” del Parlamento britannico: o voi prendete questo accordo o non c’è nessun altra scappatoia possibile. Ad un giornalista che gli domandava se, dopo una bocciatura con la richiesta di qualche cambiamento nel testo da parte del Parlamento britannico, potrebbe essere ipotizzabile riaprire qualche parte dell’intesa, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha risposto con secco: “Questo è l’unico accordo possibile”. La giornata di oggi, per il lussemburghese, “è molto, molto triste”, ma nel contempo afferma che “noi 27 siamo molto uniti”. Il messaggio è stato ripetuto anche dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e dal capo negoziatore Michel Barnier: “Questo è l’unico accordo possibile. Ora ognuno si prenda le sue responsabilità”.

Non ci sono vie di scampo, i quasi novanta deputati tra quelli che sostengono il governo May e che però sono insoddisfatti dall’intesa devono decidere tra due solo possibilità: accettare o rifiutare. E rifiutare l’accordo, spiega il capogruppo dei Verdi al parlamento europeo, Philippe Lamberts, è quasi impossibile: “Terminare la separazione con un ‘no deal’ sarebbe gravissimo per il Regno unito, diventerebbe uno Stato furfante, considerato inaffidabile sul piano internazionale, perché dimostrerebbe di essere un Paese che può rompere unilateralmente accordi ai quali si è liberamente impegnato, come quello del Venerdì Santo per l’Irlanda del Nord. Non si potrebbe più presentare ad un negoziato pretendendo la fiducia dell’altra parte”.

Mentre gli europei non hanno nulla da festeggiare May invece dice di sì:  “Questo è un accordo che funzionerà per tutti i britannici – sostiene incontrando i giornalisti – e apre ad un grande futuro.  E’ il miglior accordo possibile e sono molto ottimista per il nostro futuro”.

La premier riprende poi il cavallo di battaglia, poi smentito da loro stessi, dei brexiters durante la campagna elettorale: “Avremo 390 milioni di sterline in più a settimana per il servizio sanitario”, assicura. E’ iniziata la campagna elettorale dentro al suo partito, per recuperare quegli 85-90 voti che le mancano. Il 10 o l’11 dicembre (date ipotizzate oggi per il voto) sapremo come sarà andata a finire.