Bruxelles – Non è psicosi né panico, ma a Bruxelles l’ondata di Coronavirus è motivo di preoccupazione diffusa. Tutti ormai stanno prendendo sempre più seriamente in considerazione che l’epidemia possa avere ricadute in termini economici. Lo ha detto chiaramente la presidente della BCE, ma i timori sono condivisi anche in Commissione e Consiglio UE.
Il 17 febbraio si riunirà l’Eurogruppo, dove la questione del virus divampato in Cina e propagatori ovunque sarà motivo di confronto tra i ministri. Ma già adesso all’interno dell’organismo le varie delegazioni iniziano a paventare contagi non tra esseri umani ma tra mercati. I servizi del Consiglio si sono rivolti all’esecutivo comunitario, che il 13 febbraio presenterà le previsioni economiche. A quanto pare, al momento la risposta non cambia: impossibile dire cosa potrà succedere. “L’impatto del virus è al momento molto difficile da valutare”, riconoscono a Bruxells.
Anche perché, fanno notare gli addetti ai lavori, “rispetto all’epidemia di Sars del 2003 è difficile fare paragoni, in quanto la dimensione dell’economia cinese era molto diversa da quella di oggi”. Non c’è dunque alcun tipo di riferimento che possa aiutare a valutare la portata dell’impatto economico-finanziario del Coronavirus. Dunque Consiglio e Commissione restano in balia degli eventi, consapevoli delle implicazioni al ribasso che la malattia può avere sull’andamento economico.


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