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Casa, Corte UE:

Casa, Corte UE: "Giudici nazionali possono annullare clausole su interessi dei mutui se non chiare"

In nome della trasparenza e della tutela dei consumatori si possono annullare le condizionalità legate ai contratti ipotecari, in ragione del danno procurato a chi sta acquistando l'immobile

Bruxelles – Buone notizie per i consumatori di tutta Europa. Le clausole sugli interessi dei mutui ipotecari, se non sono chiare e comprensibili, sono abusive e i giudici nazionali possono sostituirle. Vale a dire che, per proteggere i cittadini da conseguenze spiacevoli, le autorità nazionali possono intervenire riscrivendo le condizionalità previste nel contratto. A stabilirlo la Corte di giustizia europea, nella sentenza emessa su una vicenda nata in Spagna e contenente un principio di diritto valido per tutto il territorio dell’UE.

Chi chiede un prestito bancario per acquistare casa, dunque, ha una tutela in più. Quando si va in banca per ottenere un mutuo, spesso accade che il bene immobile diventa garanzia per l’istituto di credito. Vale a dire che se non si restituisce il prestito, la banca si rivale su chi ha chiesto il prestito prendendosi l’immobile. Si mette in sostanza un’ipoteca sulla casa, disciplinata da apposite regole e clausole.

I giudici di Lussemburgo chiariscono che da un punto di vista di diritto, va tenuto conto della direttiva del 1993 sulle clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori. Qui è previsto che il consumatore abbia sempre diritto al massimo della trasparenza. Proprio per rispettare questo obbligo di trasparenza, una clausola che fissa un tasso d’interesse variabile contenuta in un contratto di mutuo ipotecario deve essere chiara, facile da capire in tutto e per tutto, incluse soprattutto “le conseguenze economiche, potenzialmente significative, di una tale clausola sulle sue obbligazioni finanziarie”. In tutto questo, l’ultimo garante della tutela dei diritti del consumatore, è il giudice nazionale di uno Stato membro dell’UE, che “è sempre tenuto a controllare la chiarezza e la comprensibilità” di una clausola contrattuale.

Qualora la clausola risulti di difficile comprensione e le conseguenze di ciò possano risultare “particolarmente pregiudizievoli”, il giudice può intervenire e sostituire l’indice di calcolo con uno nuovo, riscrivendo di fatto le condizioni del contratto.