Bruxelles – A pagare la nuova crisi economica prodotta dal Coronavirus saranno soprattutto i giovani. Il tasso di disoccupazione per gli europei di età inferiore ai 25 anni “dovrebbe aumentare del 70%”, avverte la Confederazione europea dei sindacati (ETUC), che chiede di rilanciare le politiche a sostegno di questa fascia della popolazione. La Garanzia Giovani “è necessaria” e la Commissione europea la deve “migliorare significativamente”.
I numeri a disposizione sono allarmanti. Già adesso l’aumento della disoccupazione giovanile è aumentata del 15,4% rispetto ai livelli pre-confinamento, portando a 2,8 milioni il numero totale di giovani europei senza un impiego. E’ stimato che la crisi in atto la crisi spingerà la disoccupazione giovanile a 4,8 milioni (26,2%) entro la fine dell’anno. Senza dimenticare i cosiddetti NEET, quanti non studiano, non lavorano, non si formano né cercano, che dovrebbero passare da 4,9 milioni a 6,7 milioni.
Scenario “devastante”, più Europa e meno limiti nazionali
Di fronte a questo scenario che l’ETUC considera “devastante”, serve una risposta europea in attesa che i governi nazionali intervengano. La Garanzia giovani “deve aumentare i finanziamenti, migliorare l’accesso e dare la priorità a posti di lavoro reali rispetto a tirocini di bassa qualità”, la richiesta dell’organizzazione sindacale europea, che identifica criticità da risolvere. La prima, quella del lavoro.
In alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, con i soldi dell’UE si offrivano tirocini anziché posti di lavoro reali. In sostanza, i risultati sono al di sotto delle aspettative e “occorre rimediare”. Così come occorre portare gli Stati a fare di più per gli inattivi totali, ai quali vengono offerti “stage di bassa qualità che hanno contribuito alla precarietà”. E poi le risorse messe a disposizione (6,4 miliardi di euro per il periodo 2014-2020) sono pochi. Equivalgono a 1.333 euro per ogni giovane, quanto andrebbero investiti “più di 7.000 euro per NEET”.
La ricetta ETUC
Da qui le soluzioni che per l’organismo sindacale si rendono auspicabili. Innanzitutto vincolare i criteri di qualità “dando la priorità ai posti di lavoro” e agli apprendistati reali e “vietando le cattive pratiche che portano ai tirocinanti a sostituire i lavoratori adeguatamente retribuiti”. Si chiede quindi un “aumento del bilancio dell’UE e soglia minima per la spesa degli Stati membri in materia di occupazione giovanile”, un accesso “universale” alle prestazioni sociali per i partecipanti alla Garanzia per i giovani, e il coinvolgimento dei sindacati nella progettazione e realizzazione del programma.
Politiche sbagliate che hanno aggravato la crisi
Ludovic Voet, segretario confederale ETUC responsabile per la Gioventù, richiama quindi l’attenzione sulle politiche del lavoro promosse negli ultimi anni, responsabili della bomba ad orologeria che sta per esplodere in tutta l’Unione europea. “Milioni di giovani in Europa sono utilizzati a buon mercato e risultano disponibili con pochi diritti a causa delle politiche perseguite durante l’ultima crisi, che ha deliberatamente reso insicuro il lavoro”.
L’impatto della Garanzia europea per i giovani “è rimasto troppo spesso solo sulla carta”, e alla fine, complice le inadeguate attuazioni nazionali, l’intervento ha “ridotto le statistiche sulla disoccupazione offrendo tirocini di bassa qualità anziché buoni posti di lavoro”. Adesso va cambiato tutto. “Di fronte alla più grande recessione nella storia dell’UE, il nuovo programma deve aumentare i criteri di finanziamento e di qualità per garantire che offra opportunità di lavoro reali piuttosto che tirocini di scarsa qualità o formazione senza fine”.