Bruxelles – Quanto spazio avranno i cittadini europei nella Conferenza sul Futuro dell’Europa che avrà inizio domenica 9 maggio? Sicuramente potranno usufruire di quello offerto loro dalla piattaforma digitale, che a poche settimane dal suo lancio sta ricevendo migliaia di contributi dagli utenti e sta funzionando da vetrina per le centinaia di eventi a supporto della Conferenza che si stanno tenendo in tutta l’Unione Europea.
Essendo libera da limiti sugli argomenti da trattare, la piattaforma sarà la bocca dell’imbuto dalla quale entreranno le idee che alimenteranno i lavori che porteranno a maggio 2022 alla definizione delle conclusioni della Conferenza.
L’esercizio di consultazione dei cittadini voluto per discutere dell’avvenire dell’Unione non si svolgerà solo online. Quattro comitati dei cittadini saranno incaricati di recepire le idee principali emerse nelle discussioni sulla piattaforma e negli eventi dopo che esse saranno state selezionate da un “meccanismo di feedback”. Dibatteranno e forniranno successivamente delle raccomandazioni concrete da trasmettere alla plenaria della conferenza. Se il funzionamento della piattaforma è ormai entrato a pieno regime è sui panel dei cittadini che si sposterà parte dell’attenzione nelle prossime settimane.
Di certo per ora c’è solo che essi saranno composti da 200 membri e da almeno 2 persone per ciascuno Stato membro (un uomo e una donna). “I panel dovrebbero essere rappresentativi in termini di origine geografica, genere, età, contesto socioeconomico e/o livello di istruzione dei partecipanti”, si legge nella dichiarazione congiunta firmata dalle tre istituzioni europee che presiedono la Conferenza. Nella sua ultima riunione il comitato esecutivo che sta preparando i lavori ha stabilito che un terzo dei membri di ciascun panel sarà costituito da giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni.
Martedì 4 maggio la commissaria europea alla Democrazia Dubravka Šuica ha spiegato che la selezione dei membri dei comitati dei comitati di cittadini, “partirà il prima possibile” (probabilmente già nelle prossime settimane) e sarà svolta da una società professionale. “Tutti possono possono partecipare ai panel”, ha detto Šuica. La composizione di ciascun comitato sarà organizzata “secondo il principio della proporzionalità degressiva“: ogni Stato membro sarà rappresentato in proporzione alla sua popolazione, ma verrà garantito un minimo di due membri (un uomo e una donna) ai Paesi di più piccola dimensione.
La commissaria ha spiegato anche che i panel “si incontreranno per tre sessioni e che ciascuna durerà almeno due giorni”. Mancano però dettagli sui temi di cui si occuperanno. Una fonte interna al comitato esecutivo della Conferenza ha ammesso che ci sono contrasti tra chi vuole che a ciascun panel sia affidata una questione precisa e chi vuole lasciare più spazio sui temi della discussione. “Se alla fine si ottiene un malloppo di 250 proposte che riguardano tutto, non si arriverà a nessun risultato e creeremo molta frustrazione”, ha confessato la fonte.
In ogni caso i lavori dei panel anticiperanno le sessioni della plenaria della Conferenza (di cui per ora si sa poco, se non che sarà composta da rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio, della Commissione europea, dei parlamenti nazionali del Comitato delle Regioni, del Comitato Economico e Sociale Europeo e della società civile). Nella dichiarazione congiunta è scritto che la plenaria deve garantire che le raccomandazioni dei panel dei cittadini “siano discusse senza un esito prestabilito e senza limitare il campo di applicazione a settori d’intervento predefiniti”. La plenaria dunque potrebbe rimettere in discussione eventuali limiti imposti al dibattito nei comitati dei cittadini.