Bruxelles – Più potere per l’Antitrust europeo. In nome del mercato unico la Commissione mette a punto la proposta di regolamento con cui chiede più poteri per sé al fine di contrastare le distorsioni provocate dai sussidi stranieri. Cina, Russia e tutti gli altri sono avvisati: se tutto va come auspica il team von der Leyen per fare affari nell’area economica europea si dovranno rispettare severe regole.
Il principio è di base è semplice. La Commissione avrà il potere di indagare sui contributi finanziari concessi dalle autorità pubbliche di un paese non UE a vantaggio delle società che svolgono un’attività economica nell’UE e di rimediare ai loro effetti distorsivi, se del caso. Solo nel 2019 gli investimenti diretti esteri nell’UE hanno rappresentato un volume pari a più di 7 trilioni di euro, attività che danno lavoro a 16 milioni di persone. Ma in questo flusso di denaro non sempre le imprese hanno ottenuto sostegni equi.
Per questo l’UE vuole restringere le maglie, e chiede di avere gli stessi poteri che l’Antitrust comunitario già ha per i casi di concorrenza, con richiesta di informazioni e multe in caso di mancata collaborazione. Si prevede, nello specifico, un potere di verifica attivato da notifiche sulle concentrazioni che comportano un contributo finanziario da parte di un governo di un Paese non UE, in cui il fatturato dell’UE della società da acquisire (o di almeno una delle parti partecipanti alla fusione) è pari o superiore a 500 milioni di euro e la finanziaria estera il contributo è di almeno 50 milioni di euro.
Analogamente, Bruxelles si riserva il potere di avviare verifiche d’ufficio al momento della notifica di offerte in appalti pubblici che comportano un contributo finanziario da parte di un governo non UE, dove il valore stimato dell’appalto è di almeno 250 milioni di euro. A questo si aggiunge il terzo strumento di controllo, che prevede la possibilità di investigare su tutte le altre situazioni di mercato, quali concentrazioni minori e procedure di appalto pubblico.
“Avremo il potere di chiedere la restituzione dei sussidi di imporre sanzioni fino al 10% del fatturato”, spiega Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione responsabile per la Concorrenza. “Per più di 60 anni abbiamo avuto un sistema di controllo degli aiuti di Stato per prevenire gare di sussidi tra gli Stati membri. Oggi stiamo adottando una proposta per contrastare anche i sussidi distorsivi concessi dai paesi extra UE”. Per la Commissione è più che mai necessario in questo senso. “È tanto più importante garantire condizioni di parità in questi tempi difficili, per sostenere la ripresa dell’economia dell’UE”.
Ora spetta a Parlamento e Consiglio decidere se concedere questi nuovi poteri alla Commissione. La proposta sarà aperta anche per una consultazione pubblica di otto settimane. Una volta adottato, il regolamento sarà direttamente applicabile in tutta l’UE. Il commissario per l’Industria, Thierry Breton, incita le due istituzioni ad andare avanti. “Siamo un continente aperto e lo resteremo, ma alle nostre condizioni. Siamo per la libera concorrenza, ma con regole”.
L’esecutivo comunitario assicura che non si tratta di misure anti-Cina, ma certo è che le modifiche proposte andranno a porre nuovi paletti per certi operatori di mercato. “Non si tratta di agire contro questa o quella compagnia, perché in quanto UE dobbiamo essere neutrali”, sostiene Vestager. “L’idea è molto semplice: vogliamo garantire concorrenza leale. Non vogliamo colpire un settore o imprese, ma vogliamo regole”.
“No a sovvenzioni estere distorsive del mercato e della concorrenza nell’Unione. È questo l’obiettivo pienamente condivisibile della nuova proposta di regolamento della Commissione, volta a difendere e sostenere un mercato unico europeo aperto, nel rispetto però di una concorrenza equa e non falsata”, commenta da Roma Piero De Luca, vicepresidente del Gruppo dei deputati del PD.