Bruxelles – Fin qui nulla di fatto, solo un quadro normativo inadeguato e non aggiornato con i tentativi andati a vuoto di procedere ad un ammodernamento delle politiche di tassazione. Di fronte a tutto questo si decide di fare ‘tabula rasa‘, cancellando una volta per tutta le proposte ancora pendenti su cui gli Stati membri non hanno saputo trovare una quadra e procedere con nuove proposte e sfruttando gli strumenti che permettono di aggirare l’ostacolo dell’unanimità. La Commissione europea sembra fare sul serio. Sul tavolo non mette molto, se non l’annuncio di agire, ma nelle intenzioni c’è l’intenzione di ripartire da zero, per fare meglio.
I commissari responsabili per Economia e fiscalità, Valdis Dombrovskis, annunciano per il 2023 la proposta per la tassazione sul reddito delle imprese (acronimo: BEFIT), che sostituirà il progetto di base imponibile comune (più noto con la sigl CCCTB), a cui si lavora senza risultati dal 2011. L’obiettivo rimane quello di superare i 27 regimi fiscali diversi attualmente in vigore, e per riuscirci si intende agire nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 116 del trattato sul funzionamento dell’UE: in caso di comportamenti distorsivi di concorrenza e funzionamento del mercato interno, la Commissione può prendere l’iniziativa a correre ai ripari.
Si aspetta di avere un accordo internazionale in sede OCSE sulla tassa per le imprese del settore digitale, perché si vuole adeguare la proposta che verrà all’accordo che appare alla portata dopo il cambio di rotta degli Stati Uniti, decisi a confrontarsi sul tema. “Il rinnovo delle relazioni transatlantiche offre l’opportunità di compiere progressi decisivi verso una riforma fiscale globale“, scandisce Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia e la fiscalità. “Dobbiamo lavorare per cogliere questa opportunità, garantendo nel contempo che un accordo internazionale protegga gli interessi fondamentali dell’Europa”.
Dal Parlamento europeo soddisfazione arriva Movimento 5 Stelle. Per Mario Furore, membro della commissione Trasporti, la proposta dell’esecutivo comunitario “va nella giusta direzione perché introduce a livello europeo un modello vincolante di tassazione unitaria delle multinazionali che fa pagare le tasse laddove queste conducono realmente la loro attività economica, così come da anni il Movimento 5 Stelle chiede”. Furore chiede però di procedere oltre le intenzioni, e chiede “fatti concreti”.