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Eolico, il monito del Parlamento:

Eolico, il monito del Parlamento: "No nuovi parchi offshore senza valutazione impatto ambientale"

La relazione "sull'impatto sul settore della pesca provocato dagli impianti eolici offshore e da altri sistemi energetici rinnovabili" approvata in commissione per la Pesca dell'Europarlamento

Bruxelles – Nessun nuovo parco eolico offshore dovrebbe essere costruito senza la garanzia che non ci sia alcun impatto ambientale, socioeconomico e sociale. La commissione per la Pesca del Parlamento Europeo ha approvato martedì 25 maggio la relazione “sull’impatto sul settore della pesca provocato dagli impianti eolici offshore e da altri sistemi energetici rinnovabili”, a prima firma dell’eurodeputato del Partito Popolare Europeo (PPE), Peter van Dalen.

Il progetto di risoluzione – che finirà al voto dell’intero Europarlamento – ha ricevuto ampia maggioranza con 26 voti a favore, zero contrari e due astensioni, e invita Stati membri e Commissione a fare ulteriore ricerca e impostare orientamenti trasparenti e compensazioni per alleviare i conflitti con il settore della pesca. La relazione sottolinea “che i parchi eolici offshore dovrebbero essere costruiti solo se è possibile escludere impatti ambientali ed ecologici, nonché economici e socioculturali negativi, in linea con gli obiettivi dell’economia blu e del Green Deal europeo”. Inoltre, gli eurodeputati invitano la Commissione a svolgere una valutazione d’impatto per esaminare gli effetti economici, sociali e ambientali previsti della costruzione di impianti eolici offshore in zone in cui è probabile che entrino in conflitto con il settore della pesca e con la “sostenibilità della vita marina”.

Nella strategia sulle energie rinnovabili offshore pubblicata a novembre, Bruxelles ha fissato l’obiettivo di aumentare di cinque volte la capacità eolica offshore dell’Unione europea al 2030 e di venticinque entro il 2050: ovvero 60 GW entro nove anni anni e a 300 GW entro la metà del secolo. Nel documento licenziato a Bruxelles lo scorso autunno, si parla di investimenti necessari fino al 2050 di almeno 800 miliardi di euro per sfruttare il potenziale energetico rinnovabile offshore, nel Mare del Nord o il Mar Baltico ma anche Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico che secondo la Commissione hanno tutti un forte potenziale per una maggiore diffusione delle turbine eoliche e delle tecnologie rinnovabili oceaniche.

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