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Ferrero e oltre 30 aziende europee chiedono alla Commissione una legge ambiziosa contro la deforestazione importata

Ferrero e oltre 30 aziende europee chiedono alla Commissione una legge ambiziosa contro la deforestazione importata

L'appello precede la proposta legislativa che l'Esecutivo europeo dovrebbe fare quest'estate per ridurre il rischio di deforestazione e degrado forestale derivato dall'importazione delle merci immesse sul mercato dell'UE

Bruxelles – Una legge europea solida e ambiziosa per contrastare la deforestazione derivata dall’importazione di materie prime come soia, olio di palma e carne bovina da Paesi extra UE. Sono oltre 40 le aziende europee, tra cui Ferrero, Lidl e L’Oréal, a chiedere in una lettera congiunta una legislazione urgente per “affrontare questo problema, stabilendo condizioni di parità per prodotti e prodotti più sostenibili da immettere sul mercato dell’UE”.

L’Unione Europea è il secondo maggiore importatore dopo la Cina di materie prime legate alla deforestazione tropicale, come soia, olio di palma e carne bovina, secondo l’ultimo rapporto ‘Stepping up: The continue impact of EU consumer on nature’  sull’impatto dei consumi sulla natura pubblicato mercoledì 14 aprile dal WWF. Nel 2017 i Paesi europei rappresentavano il 16 per cento di queste importazioni nel mondo associate al commercio internazionale per un totale di 203mila ettari e 116 milioni di tonnellate di CO₂, meno della Cina (24 per cento) e più dell’India (9 per cento), degli Stati Uniti (7 per cento) e del Giappone (5 per cento).

“L’UE ha un’opportunità storica per aiutare le aziende che operano in Europa a realizzare catene di approvvigionamento libere dalla deforestazione e dalle conversioni”, scrivono le aziende. L’appello precede di poco la proposta legislativa che la Commissione europea avanzerà quest’estate, per “ridurre al minimo il rischio di deforestazione e degrado forestale associato alle merci immesse sul mercato dell’UE”. “La continua distruzione e degrado della natura influisce direttamente e negativamente sulla produzione agricola e su altre attività economiche, influenzando i mercati e benessere. La concorrenza sleale, basata su prodotti legati a pratiche di gestione distruttive, danneggia quelle aziende impegnate ad agire in modo responsabile sul mercato europeo”, si legge nella dichiarazione.

Le aziende europee chiedono un quadro legislativo chiaro con requisiti obbligatori di due diligence, trasparenza e tracciabilità, che si applichi anche al settore finanziario. Inoltre, affermano che la nuova legge non deve essere limitata alla deforestazione ma anche “alla conversione e al degrado degli ecosistemi naturali”, perché limitare il campo di applicazione della legge alle foreste naturali “aggraverà le elevate pressioni già esistenti su altri ecosistemi”.

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