Bruxelles – Un nuovo summit col Giappone, il primo bilaterale con il nuovo primo ministro nipponico Yoshihide Suga. Multilateralismo, democrazia e stato di diritto: sono questi gli elementi che secondo i 27 Stati membri europei, la Commissione europea e il governo di Tokyo tengono viva l’alleanza tra Unione Europea e Giappone e che si propongono di rinsaldarla.
A quasi tre anni dalla firma degli accordi sulla partnership strategica economica e digitale e nel mezzo della pandemia di COVID-19 l’alleanza tra Bruxelles e Tokyo mostra i suoi progressi, “anche se resta molto da fare”, come ha affermato in conferenza stampa dopo il vertice bilaterale di giovedì mattina 27 maggio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Tre i macrotemi all’ordine del giorno. Il primo, quello delle sfide globali, include l’ottimismo per gli sforzi fatti da entrambi i fronti. Il Giappone è il primo importatore di vaccini dall’UE con 100 milioni di dose ricevute da Bruxelles, ma è soprattutto un alleato affidabile sul piano della solidarietà globale. L’obiettivo dei due alleati è arrivare al 30 per cento della popolazione mondiale vaccinata entro la fine del 2021, ma soprattutto di individuare e rimuovere i colli di bottiglia nella produzione e nelle esportazioni di dosi. “La campagna di vaccinazione non è una battaglia tra Paesi, ma una battaglia contro il tempo”, si legge nel comunicato congiunto pubblicato al termine del Summit.
E l’impegno sul cambiamento climatico non è da meno. “Per accelerare l’azione nel campo ambientale stiamo lanciando un alleanza verde UE-Giappone“, si dichiara. Le due parti faranno squadra “nella transizione energetica (in particolare nell’idrogeno e nell’eolico offshore), nella protezione ambientale, nella cooperazione economica, nella ricerca e nello sviluppo e nella finanza sostenibile”. L’imperativo è ottenere il massimo dagli obiettivi dalla Conferenza sul clima di Glasgow a novembre 2021 ed esigere un’agenda assertiva sulla biodiversità durante la Conferenza di Kunming a ottobre, coinvolgendo il più possibile gli altri attori internazionali in queste ambizioni.
Sulla sfida globale del digitale poi il Giappone viene definito da von der Leyen come il “migliore alleato”. L’Unione Europea ha già la sua agenda per il decennio digitale, ma vuole camminare insieme al partner asiatico. “Lavoreremo insieme per promuovere standard globali e un approccio comprensivo per le politiche digitali e per le tecnologie nel campo della cybersicurezza, del 5G, del 6G, dell’uso etico dell’intelligenza artificiale”, ha illustrato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Nel campo della connettività la missione è migliorare l’infrastruttura digitale nei Paesi terzi, nelle aree di confine dei due alleati (i Balcani occidentali e l’Est Europa per l’UE e la regione Indo-Pacifica per il Giappone), ma anche in Asia Centrale e in Africa.
Ma il dossier delle relazioni tra UE e Giappone tiene conto anche delle relazioni bilaterali tra le due parti e della politica estera e di sicurezza. Delle prime si parla relativamente alla piena attuazione degli accordi firmati nel 2018; i passi in avanti che von der Leyen richiede riguardano l’accesso al mercato giapponese dei prodotti agricoli europei, lo scambio dei prodotti sanitari e fitosanitari e il miglioramento del quadro sul flusso libero dei dati informatici.
Quanto alla politica estera l’osservato speciale è il Sud-Est asiatico. Le due parti auspicano una cooperazione “inclusiva e basata sullo stato di diritto e sui valori democratici”, contrastando prima di tutto la disinformazione dilagante. Il sodalizio si presenta anche in chiave antimilitarista: oltre ad opporsi alla proliferazione delle armi nucleari nella regione (nel documento il riferimento esplicito è rivolto alla Nord Corea), le due parti condannano “ogni tentativo di cambiare lo status quo e di aumentare la tensione”. La sicurezza marittima è una preoccupazione seria per Tokyo. A ottobre 2020 con un’esercitazione antipirateria congiunta a largo di Gibuti, Giappone e Unione Europea hanno sperimentato una collaborazione nel campo navale. Bruxelles, da parte sua, ha più volte in dichiarato di voler aumentare la sua presenza nel Pacifico per contribuire alla stabilità dell’area.