Roma – Sostenibile, digitale e con un modello di sviluppo che metta al centro le persone e la loro formazione costante. La rivoluzione dell’industria manifatturiera parte da queste premesse: innovare alzando le ambizioni sul fronte ambientale, investire sui talenti creando lavoro di qualità. Con questo spirito sorgerà a Bologna il “più grande centro di servizi per la ricerca su industrializzazione, innovazione e sostenibilità” targato Philip Morris, che a regime impiegherà 250 persone tra quelle già in organico, trasferimenti da altre sedi e nuove assunzioni.

Ad annunciarlo il Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia, Marco Hannappel, durante un evento digitale organizzato dell’ANSA “La fabbrica del futuro. Ricerca e sviluppo, sostenibilità e lifelong learning” il 26 maggio, dedicato a come impostare la ripartenza del tessuto imprenditoriale italiano dopo la crisi della pandemia da COVID. A questo scopo, un ruolo essenziale sarà giocato dalle risorse europee derivate dal fondo temporaneo di ripresa e da come gli Stati membri saranno in grado di sfruttarle attraverso i loro PNRR, i piani nazionali di ripresa e resilienza, che rappresentano un’occasione unica per la crescita del Paese.
L’idea di Bruxelles nel mobilitare i fondi del Next Generation EU – 750 miliardi di euro tra prestiti e sovvenzioni – è quella di attrarre attraverso gli investimenti pubblici ulteriore capitale proveniente dal settore privato per creare sviluppo e crescita nei territori degli Stati membri. “A fianco di un sistema di modernizzazione del pubblico e di rete a favore del privato, bisogna agevolare l’investimento estero, non solo quello italiano”, ha spiegato il vice-ministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso dell’evento.
Secondo diversi studi di Confindustria, le aziende estere sono quelle più propense ad investire in sostenibilità e politiche di welfare innovative, anche in Italia. Philip Morris International è da anni uno dei principali investitori internazionali in Italia: il Gruppo ha di recente annunciato un vasto piano di investimenti in capitale pari a circa 2,4 miliardi di dollari nel triennio 2021-2023, di cui una parte significativa sarà destinata proprio alla Penisola. Il nuovo centro di ricerca in industrializzazione e sostenibilità che sorgerà a Bologna, segue l’investimento annunciato a novembre a Taranto per “un centro all’avanguardia di servizi digitali per i consumatori adulti, il Philip Morris DISC (Digital Information and Service Center), che oggi dà lavoro a oltre 300 persone”.
Ma l’Emilia Romagna ospita già il polo di Crespellano, in provincia di Bologna, composto di due siti produttivi con 1.600 persone e frutto di oltre un miliardo di euro di investimenti dal 2014, nell’ambito della strategia dell’azienda per rivoluzionare la filiera e puntare sui prodotti del tabacco senza combustione. Entro la fine dell’anno, la Regione italiana vedrà anche la realizzazione del Philip Morris Institute for Manufacturing Competences (IMC), il centro di PMI per l’alta formazione delle competenze legate a Industria 4.0, che insieme al centro di ricerca darà ancora più centralità all’Emilia-Romagna e all’Italia nella nuova visione del Gruppo per una filiera “senza fumo”. L’obiettivo di Philip Morris International, infatti, in Italia come nel resto del mondo, è quello di costruire un futuro senza fumo, e cioè smettere di vendere sigarette nel più breve tempo possibile e offrire valide alternative per i fumatori adulti che non smettono.
Secondo l’azienda, l’Italia, con il sito di Crespellano, già ricopre il ruolo di apripista della transizione del Gruppo a livello internazionale verso nuove tecnologie e processi produttivi. Il nuovo piano di investimenti annunciato servirà a finanziare nuovi macchinari e attività di industrializzazione cosiddette di nuova generazione, ma non solo quelli. “Qualificare le persone, integrare la cultura dell’industria 4.0 verso l’esterno: la fabbrica del futuro si fa con investimenti in innovazione per i macchinari e le nuove tecnologie, ma anche con investimenti nel processo produttivo vero e proprio, con lo sviluppo delle competenze delle persone”, ha spiegato Hannapel nel corso dell’evento. Per Philip Morris, fabbrica del futuro vuol dire investire sulle competenze per investire su un nuovo modello di sviluppo per mettere le persone al centro.
E’ anche la sostenibilità, sia sociale sia ambientale, ad essere al centro della trasformazione messa in atto da PMI. Sotto il profilo della responsabilità ambientale, Philip Morris International si è impegnata a raggiungere la carbon neutrality (neutralità delle emissioni) come azienda entro il 2030 ed entro il 2050 come filiera di produzione. Dalla lotta al cambiamento climatico con la riduzione di CO2 (tramite ottimizzazione dei processi produttivi e riduzione dei consumi energetici) alla promozione della sicurezza idrica, alle varie campagne di sensibilizzazione per tutelare l’ambiente dall’inquinamento di mozziconi: l’azienda è consapevole della propria responsabilità ambientale e per questo è impegnata a migliorare la sostenibilità del proprio modello di sviluppo, con un contributo diretto a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda della Sostenibilità Globale 2030. L’impegno di Philip Morris per la sostenibilità riguarda anche la dimensione sociale, con standard che riguardano direttamente anche i fornitori e le persone che lavorano all’interno dell’azienda.
Contenuto redatto in collaborazione con Philip Morris Italia.