Bruexelles – “Cairo vendi il Toro”. Difficile essere più espliciti. Il malumore del popolo granata per una gestione societaria non ritenuta all’altezza della storia della squadra e delle disponibilità economiche della proprietà esplode anche a Bruxelles. E’ dalla capitale del Belgio e dell’Unione europea che la protesta si ‘struttura’. Il Toro Club “Europa granata Bruxelles”, attraverso il suo presidente Paolo Giordano, ha deciso di andare oltre le iniziative di contestazione come la realizzazione di sticker critici e lanciare una petizione per chiedere ad Urbano Cairo di fare un passo indietro.
Non è la prima manifestazione di dissaffezione per la guida della squadra di Torino, tante iniziative sono già partite e si susseguono da mesi. Ma è la prima volta che la frangia brussellese del tifo torinista si attiva, e lo fa assumendosi il compito di fare da coordinamento, e riunire le varie iniziative di protesta fin qui ritenute doverose ma isolate. Non a caso la petizione è stata diretta ai collettivi Tifosi del Toro e Tifosi granata. Per non parlare del sodalizio avviato con i ‘fratelli’ di Resistenti Granata, che percorrono l’Italia da nord a sud alla guida di un furgoncino con su scritto “Cairo vattene”.
“Questa petizione serve a fare pressione”, spiega Giordano. Si vuole indurre Cairo o a cambiare rotta o a fare un passo indietro. Da parte sua, critica, “nessun investimento a lungo termine, nessun progetto serio”, nonostante la persona di cui si parla sia “tra i primi dieci uomini più ricchi in Italia”. I risultati sportivi ne risentono, e “ogni anno la presa in giro si ripete”. La pazienza è finita, il rispetto non c’è più, e Cairo viene ribattezzato “presiniente”.
L’ultima serie A passata sempre sul fondo della classifica, una salvezza sofferta. Per la nuova stagione si è condotta una campagna acquisti ritenuta deficitaria, e quest’anno dopo due partite di campionato i tabellini dicono altrettante sconfitte, quattro gol incassati, e zero punti. Il Toro Club Bruxelles chiama a raccolta club ufficiali e non, abbonati passati , tifosi con tessera e di quelli senza , famiglie, gruppi o semplici simpatizzanti.
In poche settimane la petizione ha raccolto 1.879 sottoscrizioni (dato aggiornato al 9 settembre), e ottenuto 19mila visualizzazioni. “Molti non firmano perché hanno paura di iniziare a ricevere spam – spiega il responsabile dell’azione – ma lasciano comunque commenti di sostegno alla causa”. Obiettivo, un’altra gestione, che sappia ridare al Toro i vecchi lustri che furono. “Cairo continua a dire che oltre a lui non c’è nessuno” disposto a farsi carico della squadra col nome cittadino. “Abbiamo visto che investitori stranieri ci sono, come dimostrano la Roma, il Bari, il Parma. C’è anche la strada dell’azionariato popolare”. La petizione che parte da Bruxelles e che riunisce il popolo granata chiede proprio questo. Un nuovo Toro, diverso da quello di Cairo.