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Quirinale, fallisce anche il primo voto a maggioranza. Dall'urna segnali ai leader: Mattarella incassa 166 voti

Quirinale, fallisce anche il primo voto a maggioranza. Dall'urna segnali ai leader: Mattarella incassa 166 voti

Fuori controllo le indicazioni dei partiti. Il centrosinistra in ordine sparso si butta sul presidente uscente mentre il centrodestra mette le briglie ai suoi grandi elettori con l'astensione. Draghi in campo ma anche il voto di domani è avvolto nella nebbia

Roma – Un risultato atteso, forse non così tanto. I grandi elettori che puntano al bis di Mattarella sono sempre di più. Oggi raggiunta quota 166 nonostante gli ordini di scuderia di PD e Movimento 5 Stelle e il centrodestra che non ha partecipato al voto. Per la statistica gli astenuti sono stati 441, le schede bianche sono state 261, i votanti 540.

Un messaggio forte soprattutto ai due leader Enrico Letta e Giuseppe Conte, con l’indicazione di cambiare schema, anche rispetto agli ultimi orientamenti dei big che stanno ragionando su una figura super partes alternativa a Mario Draghi. Il premier anche nella quarta giornata di votazioni non trova consensi sufficienti per essere messo in gioco anche se rimane uno dei nomi possibili in questa interminabile partita a scacchi.

Sergio Mattarella nonostante i suoi numerosi appelli contrari a un secondo mandato, a questo punto potrebbe anche diventare il piano B che può andare bene a tutti, la soluzione che salva il governo e non preclude le ambizioni di Draghi.

Con un’altra votazione a vuoto, anche con il quorum più basso della maggioranza assoluta, la cronaca della giornata non riserva molte altre sorprese, in attesa degli incontri di vertice, il più atteso quello tra Enrico Letta, Matteo Salvini e Giuseppe Conte che potrebbero sbloccare lo stallo.  Finora i nomi buttati nella mischia hanno subito veti in modo trasversale, da Pierferdinando Casini alla direttrice dei servizi di sicurezza Elisabetta Belloni, dal giurista Sabino Cassese alla ministra Marta Cartabia.

I segnali che arrivano dallo scrutinio mettono in difficoltà tutti i leader, vale per i voti a Mattarella nel centrosinistra, così come le forti divisioni nel centrodestra costretto al controllo militare per i suoi con l’indicazione dell’astensione che sterilizza il voto segreto.

Mettendo in fila gli eventi della giornata, un’intesa per affrontare la quinta votazione di domani con ottimismo non è vicina. L’opzione Draghi, che resta in campo, avrebbe bisogno di un accordo di ferro sul futuro governo oltre che una quota di voti ampia, non troppo lontana dall’attuale maggioranza.

Per ora si registra solo una telefonata del premier a Silvio Berlusconi, ricoverato per accertamenti da qualche giorno. Solo gli auguri “di pronta guarigione” fanno sapere dallo staff del leader azzurro “nessun tema politico è stato affrontato”. Di certo una “non opposizione” dei parlamentari di Forza Italia alle aspirazioni di Draghi potrebbe sbloccare l’impasse.

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Tera giornata di votazioni con le schede bianche che scendono ancora e l'urna manda segnali leader. Salvini tentato dalla prova di forza con Elisabetta Casellati potrebbe però bruciare anche il quinto candidato del centrodestra. Draghi, Casini e il bis di Mattarella i nomi in pista da domani con il quorum che si abbassa alla maggioranza assoluta