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Tassazione minima delle imprese, avanti con misure nazionali in attesa di direttiva UE
Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, con gli omologhi di Spagna, Paesi Bassi, Francia e Germania

Tassazione minima delle imprese, avanti con misure nazionali in attesa di direttiva UE

Francia, Italia, Germania, Paesi Bassi e Spagna fanno fronte comune per iniziare con la rivoluzione fiscale. Dombrovskis: "Preferiamo una soluzione europea"

Bruxelles – Se non si riesce a procedere con una tassazione minima delle grandi imprese a livello Ue, allora si imporrà con misure nazionali a livello di Stato membri, che si coordineranno tra loro, in attesa della direttiva che si è stanchi di aspettare. Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna creano un fronte comune per la rivoluzione fiscale a dodici stelle. L’Ungheria continua a bloccare il progetto, e allora si decide di aggirare l’ostacolo. “Dopo cinque anni di lavoro è tempo di fare progressi, e imporre una tassa minima alle imprese dal 2023”, tuona Bruno Le Maire, ministro delle Finanze francese. Una linea condivisa da Daniele Franco. “Sotto presidenza italiana, il G20 ha trovato un accordo, e ora è tempo di procedere”, sottolinea il ministro dell’Economia.

Avanti tutta, avanti comunque. I ministri dei cinque Stati membri- di cui quattro fondatori – si presentano insieme per annunciare la loro iniziativa, e mostrare la loro unità, che non è solo di intenti. “Vogliamo tracciare un solco”, spiega Sigried Kaag, ministra delle Finanze olandese. “E’ tempo di agire, dimostriamo che si può fare” anche senza il consenso unanime, anche senza l’Ungheria che continua a rendere impossibile riformare il sistema di tassazione in Europa.

Anche perché, insiste la spagnola Nadia Calviño, non è più solo una questione di natura fiscale. “Anche le grandi imprese devono contribuire alle spese della guerra” che l’Ue e i suoi Stati stanno sostenendo per contrastare l’avanzata russa in Ucraina. “E’ estremamente importante che in questo momento anche le multinazionali contribuiscano al gettito”, le fa eco il titolare del dicastero di via XX settembre. Non è più solo una questione di equità, insiste Franco. Guerra e crisi energetica diventano un motivo in più per spingere nella direzione di quell’accordo per una tassazione minima delle imprese trovato in sede G20, quindi in sede Ocse, ma non ancora in sede Ue.

Il ‘gruppo dei cinque’ evoca anche la possibilità di una cooperazione rafforzata, nella consapevolezza che raggiungere il numero minimo di nove Stati membri necessari per procedere in tal senso. Ma occorre che la Commissione lo proponga, e il team von der Leyen sembra frenare. “Certamente la cooperazione rafforzata è una della possibilità, ma per noi quella preferibile è quella europea” a Ventisette, riconosce Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo responsabile per un’Economia al servizio delle persone.

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