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Frontex, no del Parlamento europeo al bilancio 2020

Frontex, no del Parlamento europeo al bilancio 2020

Sottolineando le irregolarità emerse dal rapporto dell'Ufficio Europeo anti-frode, gli eurodeputati hanno deciso di non approvare il bilancio 2020 dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, coinvolta in 957 casi di respingimento illegale tra marzo 2020 e settembre 2021

dall’inviato a Strasburgo – Gli eurodeputati riuniti a Strasburgo hanno rifiutato di approvare il bilancio 2020 dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex. Nel testo che ha accompagnato la votazione, i parlamentari hanno voluto sottolineare “l’entità della colpa grave e delle altre irregolarità individuate” sotto il precedente direttore esecutivo dell’agenzia, Fabrice Leggeri, dimessosi lo scorso aprile a causa della pubblicazione di un rapporto dell’Ufficio Europeo anti-frode (Olaf) che ha fatto luce sulle violazioni di diritti umani perpetrate ai danni dei migranti con la complicità dell’agenzia europea.

Sarebbero 957 i casi di respingimento illegale in cui Frontex è stata coinvolta in modo attivo o passivo tra marzo 2020 a settembre 2021. “Frontex non è riuscita a proteggere i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo”, affermano nel testo gli eurodeputati, che esprimono i propri timori in particolare sulla situazione attuale in Ungheria e in Grecia, dove chiedono di sospendere il sostegno che l’agenzia sta garantendo a operazioni di rimpatrio e respingimenti illegali.

Frontex è bersaglio di critiche anche per alcuni episodi di violenza interni all’agenzia stessa: dall’aula di Strasburgo emerge “sconcerto e profonda preoccupazione per il caso di suicidio di un membro del personale, connesso a 17 presunte pratiche di molestia sessuale segnalate nel 2020”.

L’ex direttore esecutivo Leggeri è stato nel frattempo sostituito da una direttrice esecutiva a interim, la lettone Aija Kalnaja: il Parlamento ha accolto con favore la sua nomina e si mostra fiducioso per “le azioni correttive già intraprese o previste e i cambiamenti positivi in materia di diritti fondamentali”.

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