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Ucraina, l'imbarazzo di Stanjura:
L'Ecofin ammette che è difficile mantenere le promesse fatte all'Ucraina

Ucraina, l'imbarazzo di Stanjura: "Difficile mantenere le promesse di aiuto finanziario"

Il ministro delle Finanze ceco e presidente di turno dell'Ecofin ammette la difficoltà nel far arrivare a Kiev le risorse promesse. "Difficile guardare negli occhi i ministri ucraini". Frena l'Ungheria

Bruxelles – Ue e sostegno all’Ucraina, l’impegno politico, a parole, c’è. L’impegno economico, nei fatti, manca. Il primo Ecofin con Giancarlo Giorgetti partecipante nella veste di nuovo ministro dell’Economia, segna anche il momento di presa d’atto di un’Europa che fa fatica a mostrarsi credibile e affidabile. “La settimana scorsa il nostro governo era a Kiev”, la premessa, voluta, di Zbynek Stanjura, ministro dell’Economia della Repubblica ceca e presidente di turno dell’Ecofin. “E’ stato davvero difficile guardare i ministri ucraini negli occhi, perché abbiamo fatto promesse ed è complicato spiegare loro perché è difficile mantenere queste promesse“. I Ventisette fanno autocritica, e si vergognano di loro stessi. Tanto che la presidenza di turno rivolge un appello, che suona come accorato, per tenere il punto. ” Invito tutti gli Stati membri a non guardare indietro, ma a guardare avanti”, esorta Stanjura. “Aspettare fino a gennaio non è eccessivo”, ma oltre non è possibile.

Il riferimento è alle scadenze per i sostegni finanziari a Volodymir Zelensky e il suo governo. Perché l’Ecofin, a livello di principio, è d’accordo a concedere prestiti per 18 miliardi di euro nel 2023, in linea con quanto deciso in occasione dell’ultimo vertice dei leader. Sono i soldi per la ricostruzione, di cui si vorrebbe “un primo esborso a gennaio”, riconosce Valdis Dombrovskis, commissario per un’Economia al servizio delle persone. “Bisogna decidere presto, perché il 2023 si avvicina e vanno considerate le esigenze dell’Ucraina”.

Ma in termini di assistenza finanziaria l’Ue deve fare ancora i conti con il pacchetto da nove miliardi che ancora non è stato concesso integralmente all’alleato dell’est. Dombrovskis e Stanjura vorrebbero erogare 2,5 miliardi di euro “entro la fine del mese”. Sono queste le promesse non mantenute che mettono l’Europa in una situazione di difficoltà e la presidenza ceca a esternare un senso di vergogna e di oggettiva difficoltà. L’Ungheria frena, rendendo più complicato il sostegno finanziario promesso.

L’Ungheria è pronta a continuare il suo sostegno finanziario all’Ucraina su base bilaterale, ma in nessun caso accetteremo che l’UE proceda a credito per pagarlo”, la linea di Budapest come espressa dal ministro degli Esteri, Péter Szijjártó. Dichiarazioni che riaccendono il dibattito su come aiutare il partner. Nessuna garanzia, nessun contributo a fondo perduto, men che meno emettere debito comune. In caso, solo prestiti. E’ qui che emerge quanto sia difficile mantenere gli impegni presi a parole fino a oggi. E’ comprensibile il senso di frustrazione e non solo di un’Europa alla prese con le sue divergenze che ci si augura non sfocino in divisioni conclamate.

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