Bruxelles – L’incertezza legata alla guerra in Ucraina e il caro energia accendono l’inflazione e spengono la crescita dell’eurozona. La Commissione europea taglia di 1,1 punti percentuali le stime sul Prodotto interno lordo dell’insieme dei Paesi con la moneta unica. Le previsioni economiche d’autunno ora vedono un aumento dello 0,3 per cento nel 2023, quando solo a luglio si prevedeva +1,4 per cento. Eurozona dunque a crescita a ‘zero virgola’ sulla scia di una Germania vista in recessione. L’economia tedesca, il prossimo anno, vedrà una contrazione dello 0,6 per cento.
“L’impennata dei prezzi dell’energia e l’inflazione dilagante stanno presentando il conto”, riconosce il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni. “Stiamo affrontando un periodo molto difficile sia dal punto di vista sociale che economico”.
Un riferimento legato anche all’evoluzione dei prezzi al consumo. L’inflazione alla fine di quest’anno, anziché attestarsi al 7,4 per cento, toccherà quota 8,5 per cento. Mentre per il prossimo anno quasi raddoppierà, passando dal 3,4 per cento al 6,1 per cento.
La Commissione si prepara al peggio
Gentiloni parla di “recessione tecnica”, e prova a mostrare ottimismo. Ma c’è un dato che tiene per la fine della conferenza stampa, ed è un dato peggiorativo. Perché l’incertezza è tanta, “ci aspettano mesi difficili” non tanto nell’immediato, quando in previsione del prossimo inverno. “Gli attuali livelli di stoccaggio del gas sembrano sufficienti per consentire alle nostre economie di superare questo inverno”, sottolinea il membro italiano del team von der Leyen. Ma, aggiunge, “la quasi assenza di gas russo e la difficoltà di espandere ulteriormente le importazioni di GNL, considerando anche i colli di bottiglia delle infrastrutture, renderanno più difficile il riempimento degli stoccaggi prima dell’inverno 2023-2024”.
Tutto questo ha delle ripercussioni. Perché al netto dello scenario di base ce n’è un altro realizzato dai servizi dell’esecutivo comunitario. Si considera lo scenario di un arresto completo dei flussi di gas dalla Russia, aggravati da risparmi insufficienti sul consumo di gas e inverni freddi. “Se non riusciamo a prepararci in anticipo per una stagione ad alta domanda, i costi economici potrebbero essere leggermente più elevati nel 2023″. Vuol dire “decremento del Pil di circa lo 0,9 per cento”, e quindi recessione dell’eurozona, e crescita di solo lo 0,5 per cento nel 2024 invece dell’1,5 per cento atteso. Non solo. “L’inflazione potrebbe aumentare di altri 2 punti percentuali nel 2024 rispetto alla nostra linea di base”.